La nuova web tax spaventa le start up: “Così ci distruggono”

La nuova web tax spaventa le start up: “Così ci distruggono”
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La Repubblica Firenze.it ECONOMIA

«Una mazzata» per il settore dell’innovazione. Con il rischio di veder fuggire all’estero imprenditori e capitali. La manovra finanziaria punta a estendere la “web tax”, pari al 3% sul fatturato, ad ogni realtà che abbia ricavi derivanti da servizi digitali. Se approvata, non riguarderà più solo i colossi del big tech, ma dovrà essere pagata pure da piccole aziende, start up e realtà appena nate… (La Repubblica Firenze.it)

Su altri media

L’allargamento della web tax alle piccole e medie imprese, previsto dalla legge di Bilancio per il 2025, colpirà inevitabilmente anche i giornali che realizzano ricavi dalla pubblicità online. (Il Fatto Quotidiano)

La nuova disposizione elimina le soglie attualmente previste, che escludevano dall’imposta le imprese con meno di 750 milioni di fatturato globale e ricavi da servizi digitali in Italia inferiori a 5,5 milioni. (Primaonline)

In origine la web tax italiana, chiamata Digital Service Tax (o meglio Imposta sui Servizi Digitali), era nata con l’obiettivo di portare a tassazione una parte dei proventi realizzati in Italia da parte delle cosiddette Big tech, le multinazionali operanti su internet, le quali, grazie alle loro capacità di pianificazione fiscale, secondo buona parte dell’opinione pubblica, di solito non pagano una quantità sufficiente di imposte nei territori in cui i profitti sono effettivamente realizzati. (Fiscoetasse)

ANSO contro la web tax

Fino ad oggi era rivolta ai colossi del web, come Google, Meta o Amazon con ricavi globali superiori a 750 milioni di euro e un fatturato prodotto in Italia di almeno 5,5 milioni. (AostaSera)

SARONNO – ROMA La proposta inserita nella Legge di Bilancio 2025 intende ampliare la platea dei soggetti destinatari dell’imposta sui servizi digitali, cancellando il precedente limite quantitativo di 5,5 mil di euro di volume d’affari annuo. (Il Saronno)

L’Associazione Nazionale Stampa Online ANSO, in rappresentanza di tutte le testate di informazione locale e di tutti i propri iscritti chiede una modifica della norma sull’imposta sui servizi digitali. (Il Capoluogo)