La nuova web tax spaventa le start up: “Così ci distruggono”

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La Repubblica Firenze.it ECONOMIA

«Una mazzata» per il settore dell’innovazione. Con il rischio di veder fuggire all’estero imprenditori e capitali. La manovra finanziaria punta a estendere la “web tax”, pari al 3% sul fatturato, ad ogni realtà che abbia ricavi derivanti da servizi digitali. Se approvata, non riguarderà più solo i colossi del big tech, ma dovrà essere pagata pure da piccole aziende, start up e realtà appena nate… (La Repubblica Firenze.it)

Su altri media

Enrico Terrinoni, fiuggino di origine, è tra i destinatari del prestigioso Presidential Distinguished Service Award 2024, onorificenza internazionale conferita dal Presidente della Repubblica irlandese per eminenti meriti in campo culturale, e in particolare per il contributo alla diffusione del patrimonio letterario irlandese all’estero. (Frosinone News)

"Si rischia di pregiudicare le startup e lo sviluppo del settore – spiega il presidente di Cna Digitale, Nicola Ciulli –. Si tratterebbe di una forte penalizzazione per il settore, particolarmente per le piccole e medie imprese e le start-up. (il Resto del Carlino)

Da una parte c’è quella dell’informazione dei giornali che vede inaspettatamente estendere e applicare anche a loro una web tax sui servizi digitali legati alla pubblicità targetizzata, dall’altra c’è il comparto librario stupito non da qualche provvedimento ma dall’assenza di qualsiasi provvedimento per il rilancio del settore in un paese con l’indice di lettura tra i più bassi d’Europa. (Italia Oggi)

ANSO contro la web tax: “La norma sull’imposta sui servizi digitali è sbagliata”. (Il Capoluogo)

(AGENPARL) – ven 25 ottobre 2024 Tlc: Butti, su web tax non escludo gradualità, serve legge su innovazione «La decisione del Mef» di istituire una web tax «ha un suo fondamento dal punto di vista finanziario ma io personalmente avrei fatto qualche ragionamento in più e credo che il ministro Giorgetti stia valutando una sorta di progressione di tassazione». (Agenparl)

"Una Digital services tax più pesante – fa notare Paolo Barberis, cofondatore di Dada e papà di Nana Bianca, incubatore di startup – finirà per essere scaricata sulle tasche dei consumatori". "E io pago", come diceva Totò in 47 morto che parla. (QUOTIDIANO NAZIONALE)