La strage del Rapido 904, il ricordo di Mattarella

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La strage del Rapido 904, il ricordo di Mattarella Sergio Mattarella ricorda la strage di Natale del 1984, l’attentato dinamitardo “di impronta terroristico-mafiosa”, che si consumò nella galleria dell’Appennino il 23 dicembre di 40 anni fa sul treno 904: 16 vittime e 267 feriti. Un “attacco eversivo” a cui il popolo italiano seppe rispondere “unito”, afferma il capo dello Stato, sottolineando come “le istituzioni seppero respingere il ricatto e difendere la democrazia grazie alla reazione civile e all’amore per la libertà degli italiani”. (Metropolisweb)

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La strage del rapido 904, che il 23 dicembre di quarant'anni fa costò la vita a 16 persone e provocò 267 feriti, molti in gravi condizioni, è stata ricordata con una cerimonia a San Benedetto Val di Sambro, sull'Appennino tosco-emiliano, alla quale hanno partecipato anche soccorritori dell'epoca e persone rimaste ferite nell'attentato. (Tiscali Notizie)

La solidarietà che oggi si rinnova trova le sue radici nella risposta che il popolo italiano seppe, unito, esprimere di fronte all'attacco eversivo. "Questo è il testimone da consegnare alle generazioni più giovani" Roma, 23 dic. (Tiscali Notizie)

Ricordare è doloroso, ma necessario. Per provare a chiudere le ferite, ma anche per non lasciare che l’oblio sbiadisca il bisogno di verità e giustizia. Da 40 anni San Benedetto Val di Sambro, piccolo centro adagiato sui dolci pendii dell’Appennino bolognese, commemora la strage del Rapido 904. (Avvenire)

23 dicembre ’84: la strage del Rapido 904. Quel 33% di voti al Pci trovò risposta nella bomba

Qui alla stazione ferroviaria di San Benedetto Val di Sambro ricorre oggi il quarantesimo anniversario dell'attentato al treno Rapido 904 della tratta Napoli -... (Virgilio)

Sono le parole di uno dei sopravvissuti alla strage del Rapido 904, “la strage di Natale”, che il 23 dicembre 1984 provocò 15 vittime (che diventarono 16 l’anno dopo con la morte di Gioacchino Taglialatela) e 267 feriti, quando alle 19:08 una bomba piazzata nel quart’ultimo vagone di seconda classe del treno partito da Napoli alle 12:55, lo fece saltare in aria mentre si trovava all’interno della Galleria dell’Appennino, tra le stazioni di Vernio e San Benedetto Val di Sambro, vicino a dove anni prima, nel 1974, avvenne un’altra strage ferroviaria, quella dell’Italicus, che le indagini portate avanti in questi quarant’anni, hanno più volte accomunato. (Collettiva.it)

Era il fatidico 33%, appena un punto sopra la Dc ma tanto bastò a riattivare gli spietati custodi degli equilibri atlantici. A metà del 1984 accadde una cosa in Italia che diede nuovo lavoro alle bande della destabilizzazione. (Il Fatto Quotidiano)