La piccolezza dei fischi al film sul bullismo

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Andrea ha quindici anni quando decide di uccidersi. Non sopporta più i compagni che lo tormentano e lo insultano, non solamente nei corridoi del liceo ma anche su internet, su una pagina che hanno creato appositamente per umiliarlo, dal titolo «Il ragazzo dai pantaloni rosa». Perché alla stupidità e alla crudeltà basta l'appiglio del nulla, per trasformarsi in disumanità. È il 2012. La mamma di Andrea, Teresa, scopre dopo la morte del figlio di quei ragazzi che gli hanno rovinato la vita al punto di spingerlo a distruggerla. (il Giornale)

Su altre testate

Alcuni studenti hanno urlato insulti omofobi durante l'anteprima del film 'Il ragazzo dai pantaloni rosa', alla Festa del Cinema di Roma. (Fanpage.it)

Giovanissimi che prendono in giro, anzi bullizzano di nuovo, spietati, una vittima proprio mentre son chiamati ad assistere all’anteprima nazionale del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, pellicola tratta dal romanzo autobiografico di Teresa Manes, la madre di Andrea, 15enne studente del liceo Cavour di Roma, che nel novembre del 2012 sotto l’assedio dei compagni arrivò a togliersi la vita. (ilmessaggero.it)

«Un film non ha mai ucciso nessuno, l'omofobia sì». (La Tribuna di Treviso)

Il ministro Valditara che tuona, promettendo sanzioni esemplari contro gli studenti rei di aver fischiato e sbeffeggiato il film loro somministrato, con l’intento di sensibilizzarli su un tremendo caso di omofobia, cerca di unire due atteggiamenti opposti. (Start Magazine)

Già la presentazione della vera storia non è andata benissimo: più di qualche studente presente in platea frequentante gli istituti romani ha espresso commenti omofobici. (Tecnica della Scuola)

“Il ragazzo dai pantaloni rosa”, genitori di una scuola di Treviso si oppongono alla proiezione del film Di (Orizzonte Scuola)