Morto Alfredo Biondi, la «grande illusione» liberale e Mani Pulite

E lui, che liberale lo era davvero, spiegò in una bella intervista a Luca Telese la propria “dimensione di dialettica interiore” così lontana da “quelli nati con le certezze delle ideologie”: sì-no, sì-no, un tergicristallo, appunto.

Immagine ingiusta, ovviamente, per uno che alle garanzie dell’imputato aveva dedicato la vita e non certo quei mesi di traffici parlamentari su norme e codicilli.

I liberali sono come i tergicristalli, disse dieci anni fa, quando già la storia stava voltando pagina. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri media

Dopo 92 anni spesi al servizio del Paese, dell’idea liberale e della sua famiglia, questa notte è scomparso Alfredo Biondi”. Il dolore è grande, ma non quanto il contributo di idee e di azione che Alfredo ci lascia. (Genova24.it)

Vicepresidente della Camera, era stato ministro della Giustizia del primo governo Berlusconi. Pisano di nascita, genovese d’adozione, Biondi è stato una figura «ponte» tra la prima e la seconda repubblica. (Corriere della Sera)

Nel corso del suo mandato come ministro della Giustizia fu protagonista del decreto legge che prese il suo nome. E’ morto all’età di 92 anni Alfredo Biondi, noto come ministro della Giustizia nel primo governo Berlusconi, oltre che storico leader del Partito Liberare italiano. (Inews24)

Storico leader del Partito liberale e poi tra gli esponenti di punta di Forza Italia. Condividi. E' morto Alfredo Biondi, storico leader del Partito liberale e poi tra gli esponenti di punta di Forza Italia. (Rai News)

Segretario del partito liberale dal 1986 fino allo scioglimento nel 1994 , per poi aderire a Forza Italia e al Pdl. Parlamentare dal 1968 al 1972 e poi dal 1979 al 2008, ha ricoperto la carica di ministro per le politiche comunitarie, poi dell’ecologia e, nel primo governo Berlusconi (1994-95) quello di ministro della Giustizia. (Riviera24)

Anna Maria Bernini, scrive su Twitter che la mofrte di Biondi «lascia un vuoto in tutti coloro che credono nei valori liberali». Tornò a Montecitorio nel 1979, riconfermato ininterrottamente dall'ottava alla quattordicesima legislatura, a partire dal 1994 con Forza Italia, movimento nel quale era approdato nella transizione dalla prima alla seconda Repubblica. (La Stampa)