Dentro la testa (e la crisi) di Jannik Sinner: la fase di pruning, il «fattore Mirka» e la devastazione dopo le sconfitte

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Corriere della Sera SPORT

Agli inizi della parabola di Roger Federer, il padre Robbie (Robert) è preoccupato dall’«instabilità neuropsicologica» del figlio, al punto da chiederne brutalmente conto all’amico Regis Brunet, agente Img: «Pensi che diventerà davvero forte?». La risposta di Brunet è diventata presto un adagio sportivo inter-discpilinare: «Dipenderà da moltissime cose: infortuni, motivazioni, ragazze». In effetti, il Roger di quella fase è anni luce lontano dalla classicità - sia tecnica che estetica - che ne caratterizzerà i tratti maturi: «pazzo» (conserva ancora tracce del lausbub che fu, il «superbrat», il moccioso), capelli ossigenati, cappellino a visiera sulla nuca, heavy metal a palla in cuffia, è semmai più vicino alla sua prima antifrasi tennistica, Rafa Nadal (Corriere della Sera)

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Perché dobbiamo essere orgogliosi di Sinner Un grande campione dello sport è tale non solo per il valore atletico ma anche per le qualità umane: insieme queste doti ne fanno un personaggio unico nella sua specialità. (Start Magazine)

Sinner non si nasce, si diventa

La copertina del libro "Diventare Sinner" (Foto: fitp.it) (Il Faro online)