Il rapporto Draghi e le nostre diversità
L’ex presidente della Banca centrale europea ed ex premier Mario Draghi, ospite giovedì 19 settembre al parco scientifico Kilometro Rosso, non fa sconti sulla gravità della situazione. La ritirata dell’industria non è un’ipotesi teorica. La perdita di terreno rispetto a Cina e Stati Uniti nemmeno. Ma le strade per invertire la rotta ci sono e l’economista Draghi le ha tracciate nel Rapporto sulla competitività presentato una decina di giorni fa e fatto proprio sulla carta dalla Commissione europea, von der Leyen bis, nelle lettere d’ingaggio ai commissari freschi di nomina in questi giorni. (L'Eco di Bergamo)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Un Rapporto che aveva preoccupato alcuni esponenti del mondo dell’impegno socio-ambientale, temendo che la Commissione possa ora frenare sul Green Deal e sull’agenda della transizione ecologica in generale. (Vita)
Il rapporto sulla competitività dell’Unione europea di Mario Draghi è stato accolto con entusiastico furore dalla stragrande maggioranza dell’informazione e della politica italiana, salvo qualche eccezione, con poca capacità critica rispetto a un programma, che se attuato, ci porterebbe verso un modello di economia e di società pianificata dall’alto, tutto il contrario rispetto allo spirito dei padri fondatori della comunità europea. (L'Opinione delle Libertà)
Negli ultimi giorni i media hanno molto valutato il Rapporto di Mario Draghi sul futuro della “competitività europea”, un rapporto che pone in evidenza la necessità di rafforzare la debole “produttività” dell’Europa, rispetto alla maggiore produttività degli Stati Uniti e della Cina, indicando, a questo proposito, le misure che l’Unione Europea dovrebbe adottare, per porre le premesse di una futura ripresa. (Il Fatto Quotidiano)
Il primo: Mario Draghi presenta il suo rapporto sulla competitività, 393 pagine fitte di dati e spunti per un’Europa che torni a essere concorrenziale con Stati Uniti e Cina. Ci sono almeno un paio di indizi che spingono a pensare di essere in un momento delicato. (Corriere della Sera)
Torinese, classe 1987, giornalista pubblicista con la voglia di raccontare quello che accade nel mondo e la fortuna di riuscire a farlo. Tra le mie passioni ci sono il cinema, lo sport e tutto ciò che è inerente al mondo dei motori e alle continue evoluzioni tecnologiche (e sostenibili) dei mezzi a quattro e a due ruote. (Virgilio)
Rapporto Draghi: documento attuabile o carta da macero? Zafferano è nato e si è sviluppato con una linea editoriale chiara: muoversi nel mondo giornalistico in punta di piedi, con un linguaggio elegante, ma senza sudditanze, né verso il potere, né verso i lettori. (Start Magazine)