Jihadisti avanzano su Aleppo, la Siria di nuovo in fiamme

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ESTERI

I ribelli jihadisti anti-Assad, che controllano la provincia di Idlib nel nord-ovest della Siria, hanno lanciato un'offensiva improvvisa e violenta su Aleppo, riaprendo uno dei conflitti più sanguinosi della nostra epoca. Dopo otto anni dalla rottura dell'assedio della seconda città del paese da parte del regime siriano e dei suoi alleati, le forze di Assad si stanno ritirando in massa dai quartieri di Al-Fardous e Al-Sukkari, lasciando la popolazione civile in balia degli eventi.

L'avanzata dei jihadisti, sostenuti da diversi gruppi ribelli appoggiati dalla Turchia, ha scatenato l'ira di Mosca e i timori di Damasco, che denunciano una violazione della sovranità nazionale. La Russia ha risposto con bombardamenti intensi sulla roccaforte ribelle di Idlib, mentre la Turchia ha chiesto di fermare i raid per evitare un'escalation indesiderata. Nel frattempo, l'Iran ha confermato il suo sostegno al regime di Assad, accusando Israele e Stati Uniti di aver dato il via libera all'offensiva, che ha già causato oltre duecento morti.

La situazione in Siria, già fragile, è precipitata in sole 48 ore, con la popolazione civile che fugge per evitare di essere nuovamente inghiottita dalla guerra. La tregua in Libano, anch'essa precaria, rischia di crollare sotto il peso delle tensioni regionali. La nuova fiammata del conflitto siriano dimostra quanto sia instabile l'equilibrio nella regione e quanto sia difficile trovare una soluzione duratura.

In questo contesto, la comunità internazionale osserva con preoccupazione l'evolversi degli eventi, consapevole che la pace in Siria è ancora lontana.