Il Piemonte ricorda l’alluvione del 1994: “Seppellivamo i morti nella calce”
Alba – Aveva 19 anni, Agostino Sticozzi, dipendente della Città di Torino della Protezione civile. Con la piccola associazione di volontari di cui era presidente, il 7 novembre del 1994, fu inviato a Gorzegno, nel Cuneese: doveva ripulire un capannone dove erano annegati 14mila polli. «Abbiamo dovuto usare le maschere antigas per recuperare le carcasse e seppellirle nella calce viva. — ricorda — … (La Repubblica)
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Nel tardo pomeriggio di sabato 5 novembre, ignare di ciò che stava accadendo a Ormea, Garessio, Ceva, Clavesana, le città lungo il fiume erano immerse in un clima da catastrofe imminente. Erano il 5 e 6 novembre 1994 quando le province di Cuneo, Asti, Alessandria, Torino e Vercelli furono devastate da una forza irresistibile, ferite dalle acque impazzite del Tanaro, di fiumi e torrenti che superarono gli argini provocando una tragedia senza precedenti. (La Stampa)
“Partiranno a breve i lavori sul territorio di Atina, in località Rosanisco, relativi a un intervento di messa in sicurezza del ponte di attraversamento del torrente Rio. Un lavoro corposo grazie alle risorse messe in campo dal Ministero delle Infrastrutture”, lo dichiarano in una nota il presidente della Provincia Luca di Stefano e Andrea Amata, presidente della Commissione Lavori pubblici della Provincia di Frosinone che evidenziano. (Frosinone News)
Che ricordo ha di sabato 5 e domenica 6 novembre 1994? Alberto Bianchino ricorda quei giorni. (La Nuova Provincia - Asti)
Trent’anni dopo, “con immutato spirito di aggregazione e senso di appartenenza a quella che fu una esperienza drammatica ma al contempo costruttiva” si sono ritrovati gli ex dirigenti, tecnici ed impiegate dell’Ufficio Ricostruzione del Comune di Asti. (La Nuova Provincia - Asti)
La disperazione, le urla, i volti persi e smarriti". "Trenta anni da quel terribile giorno, 30 anni dalla grande alluvione che coinvolse il nostro Piemonte". (La Repubblica)