Il conflitto non è un rito
La giornata della mimosa e del pranzo fuori, le ventiquattrore della galanteria prevista dal calendario non ci sono più. Perché non c’è nessuna festa. C’è uno sciopero transfemminista, un conflitto agito sul piano della «produzione e della riproduzione, dei consumi e dei generi». L’irruzione di “Non una di meno” ha stravolto lo stanco rituale dell’otto marzo e ha rimesso al centro del discorso il conflitto. (Il Manifesto)
Ne parlano anche altri giornali
Dopo l’enorme partecipazione al corteo del 25 novembre, anche a seguito dell’impatto sull’opinione pubblica del femminicidio di Giulia Cecchettin, il movimento transfemminista Non Una di Meno torna in piazza per l’8 marzo, la Giornata internazionale della donna, e lo fa partendo, come quattro mesi fa, dal Circo Massimo. (Il Fatto Quotidiano)
Velo sì, velo no. E’ violenza, perché si costringono le donne ad indossarlo anche se non vogliono, o è cultura. Durante il corteo transfemminista organizzato da “Non una di meno” per l’8 marzo 2024 ci sono state diverse associazioni che hanno manifestato e chiedono l’indipendenza della Palestina. (Tag24)
La manifestazione l’ho appena attraversata, ora sono nella parte finale da cui faccio questo video, non lo faccio volutamente all’interno della manifestazione, anche per esprimere le mie idee, senza però provocare come altri fanno in eventi e in iniziative che vengono lecitamente organizzate. (Nicola Porro)
Le manifestazioni transfemministe e contro la violenza di genere, negli ultimi anni, hanno ampliato la propria ragion d’essere cercando di far vedere che molte delle difficoltà e delle storture che le donne (anzi, tutti) affrontano nella società riguardano la stessa struttura neocapitalista della nostra economia. (Tag24)
In questa occasione speciale, i musei, i parchi archeologici e i luoghi della cultura della Regione accoglieranno gratuitamente tutte le donne, offrendo un’occasione preziosa per esplorare e valorizzare il ricco patrimonio culturale di cui dispone l’Isola. (Normanno.com)
Attivista vicina alla comunità israeliana scende in piazza a Firenze per protestare contro il silenzio sugli stupri di Hamas. Ma le femministe la allontanano dal corteo. (ilGiornale.it)