Valditara su procedura infrazione UE: parificazione Docenti precari va estesa anche al reclutamento

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Adv Non si è fatta attendere la risposta del Ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, sulla procedura di infrazione UE che chiede la parificazione dei diritti dei docenti precari al personale di ruolo e una stretta sulle supplenze. In merito alla decisione della Commissione Europea di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per l’abuso dei contratti a termine nella scuola, il Ministro ritiene fondamentale rivedere il sistema di reclutamento del personale docente. (Ti Consiglio)

La notizia riportata su altri giornali

L’UE, in concreto, ha messo sotto accusa la legislazione italiana in quanto non prevede che i supplenti fruiscano di incrementi retributivi analoghi a quelli destinati ai colleghi di ruolo. (ANP)

La voce dei precari della scuola italiana – un esercito di insegnanti e tecnici e amministrativi impiegati con contratti a termine abusivi e in condizioni di lavoro discriminatorie – arriverà fino in Lussemburgo. (Avvenire)

Lo Stato italiano sfrutta quasi mezzo milione di insegnanti precari per mezzo di un utilizzo estensivo e abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie. “L’Italia”, si legge nel deferimento, “non ha adottato le norme necessarie per vietare la discriminazione in merito alle condizioni di lavoro e l’uso abusivo di successivi contratti a tempo determinato”. (Contropiano)

Ivana Barbacci: "Posti stabilizzati in organico, più assunzioni in ruolo. Come risolvere insieme due problemi sollevati dall’UE"

La Commissione Europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia UE a causa della perdurante violazione della normativa europea sul lavoro a tempo determinato nel settore scolastico. Secondo la Commissione, l’Italia non ha attuato le misure necessarie per contrastare l’abuso dei contratti a termine e la discriminazione nei confronti del personale docente e ATA. (Orizzonte Scuola)

Il deferimento è arrivato a seguito di due lettere di costituzione in mora inviate all’Italia rispettivamente a luglio 2019 e dicembre 2020, e di un parere motivato emesso nell’aprile del 2023. La Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia Ue (CGUE) con sede in Lussemburgo. (Il Dubbio)

"Non sono purtroppo una novità le questioni su cui, a quanto si apprende dagli organi di informazione, si potrebbe avviare una procedura di infrazione sull’abuso di lavoro precario e sulla discriminazione che subisce chi, lavorando con contratti a tempo determinato, non si vede riconosciuta la progressione di anzianità prevista per il personale di ruolo", così la segretaria Ivana Barbacci sulla recente notizia del deferimento dell'Italia da parte della Commissione Europea alla Corte di Giustizia dell'Ue. (CISL Scuola)