Il voto Usa ha affossato la credibilità di buona parte della stampa italiana che ha tifato invece che analizzare e informare

Il voto Usa, con la vittoria trionfale di Donald Trump, ha affossato la credibilità di buona parte della stampa italiana che ha tifato invece che analizzare e informare. Questo è un problema molto serio. Non posso che dare ragione a Marco Travaglio che sul “Fatto Quotidiano” ha sottolineato come molte testate italiane, anche autorevoli, con corredo di volti peraltro costantemente presenti in tv, abbiano dato per vincente e in vantaggio Kamala Harris, senza accorgersi dello tsunami che stava giungendo contro le stordite élite del “sono progressista”, ma “il popolo non capisce nulla”. (LaC news24)

La notizia riportata su altre testate

La migliore che ho sentito, partecipando alle trasmissioni che hanno preceduto l’elezione di Donald Trump a 47° pres... Peccato che 71 milioni di votanti se ne siano fregati, rendendo carta straccia le analisi di parte. (La Verità)

Così, a caldo, mentre ancora arrivano dagli Stati Uniti i dati non definitivi della vittoria di Donald Trump su Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca, lasciatemi dire che trovo esagerata quella bandiera americana in fiamme sventolata, non so se più per paura o per rabbia, sulla prima pagina di Domani. (Start Magazine)

Vance il vice presidente, "cafone colto". Come rosicano i giornaloni di sinistra di fronte alla vittoria di Donald Trump. (Liberoquotidiano.it)

LA FIGURACCIA DEI GIORNALISTI DEMOCRATICI

Se mai possibile, il "Sono tornato" titola Repubblica sopra una foto di Trump dagli occhi minacciosi. (Secolo d'Italia)

Allarmismi, crisi isteriche e ansia generalizzata montano nel Belpaese alla notizia del trionfo elettorale di Donald Trump nelle elezioni Usa 2024. (Nicola Porro)

Oggi, mentre Sky Tg24 trasmetteva in diretta il discorso di Donald Trump dopo la rielezione a presidente degli Stati Uniti, saltava agli occhi la figuraccia che alcuni giornalisti cosiddetti “democratici”, in giro per il mondo, avevano collezionato con i propri “wishful thinking” travestiti da analisi del caciocavallo. (L'Opinione delle Libertà)