Appello urgente all’UNICEF per gli ostaggi e i bambini israeliani colpiti dal conflitto

Di Anna Balestrieri Il 15 settembre 2024, il vicedirettore esecutivo dell’UNICEF Ted Chaiban ha ricevuto un sentito appello dal diciassettenne Rotem Mathias, i cui genitori sono stati brutalmente assassinati da Hamas il 7 ottobre. Rotem ha presentato una lettera scritta da suo zio, il professor Aron Troen, e dal professor Hagai Levine, responsabile del team sanitario per l’Hostages and Missing Families Forum, sollecitando un’azione immediata per proteggere gli ostaggi e i bambini israeliani colpiti dal conflitto in corso. (Mosaico-cem.it)

Su altri giornali

Mentre i leader mondiali si riuniscono a New York per la 79esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e mentre incombe la minaccia di una più ampia escalation regionale, rinnoviamo la nostra richiesta di porre fine alle spaventose sofferenze umane e alla catastrofe umanitaria a Gaza. (UNICEF Italia)

Un dato che non comprende circa 20.000 persone non identificate, disperse o sepolte sotto le macerie (LAPRESSE)

il rilascio immediato e senza condizioni di tutti gli ostaggi e tutte le persone detenute arbitrariamente, La catastrofe umanitaria a Gaza non si ferma e incombe la minaccia di una più ampia escalation regionale. (Save the Children Italia)

La nostra era una vita ordinaria, non dico che fossimo pieni di speranza o calore, no. Eravamo esausti. Certo i soldati non vagavano nei nostri quartieri come ora, potevamo andare al lavoro, i figli a scuola e nel fine settimana potevamo incontrarci. (Vanity Fair Italia)

L'esercito israeliano, in un anno di guerra, ha ucciso a Gaza almeno 11mila bambini e 6mila donne, come denuncia Oxfam parlando della "più grande strage degli ultimi 20 anni". Oltre 21mila piccoli sarebbero dispersi. (Il Giornale d'Italia)

Sulle pagine social che da Gaza aggiornano quotidianamente sull’offensiva israeliana l’attenzione ha virato verso nord: video e foto delle stragi che proseguono nella Striscia sono intervallati dalle notizie che giungono da Beirut. (il manifesto)