Milano e il suo esercito di lavoratori poveri: il paradosso di una città che respinge chi la manda avanti
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MILANO – Sergio Morello, a 63 anni, trascorre le notti sulle strade di Milano, con le squadre che fanno funzionare il bike sharing. Felice Rocco e Agnese Sailis fanno parte dell’esercito di addetti ai servizi nelle strutture sanitarie, nella catena degli appalti. Ermes Murgia è un autista dei bus Atm, Pietro Domenico Scalzo accoglie i visitatori della Biblioteca Braidense. Storie che hanno in comune stipendi da 850 a 1500 euro al mese, in ogni caso inadeguati rispetto al costo della vita di Milano. (IL GIORNO)
Ne parlano anche altre fonti
MILANO – “Dovremmo fermarci tutti, smettere di lavorare e di fare straordinari, con un’azione sindacale forte. Solo così, bloccando i servizi, capirebbero che gli stipendi vanno subito alzati, perché i lavoratori non ce la fanno più”. (IL GIORNO)
Mentre il 2024 si è chiuso con la firma di diversi rinnovi contrattuali contestati, dai portuali ai lavoratori delle Funzioni centrali dello Stato, nel 2025 dovranno essere rinnovati altri contratti nazionali, sia del settore pubblico che di quello privato, in un contesto nel quale tutti i centri di ricerca hanno documentato da tempo un ritardo delle retribuzioni in Italia rispetto al resto dei paesi dell’OCSE o anche della sola Unione Europea. (USB)
Ermes Murgia è uno degli autisti dei bus di linea che circolano per le strade di Milano. Da sei anni è dipendente di Atm, azienda alle prese con la carenza di personale e con il problema di dimissioni dovute anche al carovita milanese. (IL GIORNO)