Lavoro, a maggio -17mila occupati: calo dopo 3 mesi crescita

Notizie dal mondo Adnkronos Dopo tre mesi di crescita, a maggio 2024, rispetto al mese precedente, diminuiscono gli occupati, rimangono stabili i disoccupati e aumentano gli inattivi. Lo rileva l'Istat, secondo il quale il tasso di occupazione su base mensile scende al 62,2% (-0,1 punti). L’occupazione cala (-0,1%, pari a -17mila unità) per gli uomini, i dipendenti a termine, gli autonomi, i 15-24enni e gli ultracinquantenni; cresce invece tra le donne, i dipendenti permanenti e nelle classi d’età centrali. (LaVoce)

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Un semestre nero per l’economia italiana: lo attesta l’Istat che fa il consueto rendiconto sui dati del lavoro e dell’occupazione nel Paese. L’occupazione cala (-0,1%, pari a -17mila unità) per gli uomini, i dipendenti a termine, gli autonomi, i 15-24enni e gli ultracinquantenni; cresce invece tra le donne, i dipendenti permanenti e nelle classi d’età centrali. (Metropolisweb)

«Su base annua – osserva Francesco Seghezzi, presidente Adapt – i dati sull’occupazione femminile mostrano una crescita che è quasi il triplo di quella maschile, +3% contro +1,2%. (Industria Italiana)

In termini assoluti si tratta di -17.000 unità. Il numero degli occupati in Italia a maggio 2024, rispetto al mese precedente, cala del -0,1%. (QuiFinanza)

ISTAT: Occupati e Disoccupati – maggio 2024

ANSA Il numero degli occupati - 23 milioni 954mila - è superiore di 462mila unità a quello di maggio 2023, per effetto dell’incremento di 498mila dipendenti permanenti e di 42mila autonomi e della diminuzione di 77mila dipendenti a termine. (Avvenire)

A maggio 2024, rispetto al mese precedente, il tasso di occupazione in Italia è leggermente sceso: -0,1%, ovvero 17mila persone occupate in meno. (Fanpage.it)

A maggio 2024, rispetto al mese precedente, diminuiscono gli occupati, rimangono stabili i disoccupati e aumentano gli inattivi. L’occupazione cala (-0,1%, pari a -17mila unità) per gli uomini, i dipendenti a termine, gli autonomi, i 15-24enni e gli ultracinquantenni; cresce invece tra le donne, i dipendenti permanenti e nelle classi d’età centrali. (Dottrina Lavoro)