Scuola, al via lo sciopero: studenti in piazza "per istruzione degna e libera"
A Milano i manifestanti si sono radunati nei pressi del Castello Sforzesco Al via in tutta Italia lo sciopero nazionale della scuola, che coinvolge insegnanti, studenti e personale Ata. La mobilitazione è stata indetta da Anief (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori) e da organizzazioni studentesche come Unione degli Studenti e Link – Coordinamento Universitario. I docenti protestano contro l’abuso dei contratti a termine e per chiedere la stabilizzazione dei precari, il personale Ata si scaglia contro i tagli nella legge di bilancio, e gli studenti chiedono maggiore coinvolgimento nelle decisioni. (LAPRESSE)
Ne parlano anche altri giornali
Gli studenti milanesi scendono in piazza per lo sciopero nazionale proclamato per oggi venerdì 15 novembre dal sindacato Unione degli Studenti. (Fanpage.it)
Cori e striscioni: «Vogliamo potere», «Contro guerra e repressione fermiamo il governo». Studenti in piazza anche a Cagliari per lo sciopero nazionale organizzato dall'Unione degli Studenti, Link - Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. (L'Unione Sarda.it)
Il sindacato si ribella alla mancata risposta dello Stato italiano sull'abuso dei contratti a termine, 25 anni dopo la direttiva europea 70/99 che chiede ai Paesi membri di assumere i precari dopo 36 mesi di supplenze. (Il Sole 24 ORE)
“Riteniamo importante – afferma Taddeo Filippo Caribè – la partecipazione attiva degli studenti sulle questioni scolastiche, dato che costituiscono il futuro nostro e del paese. Oggi in Abruzzo studentesse e studenti in piazza per un nuovo modello di scuola pubblica, gratuita e accessibile (Rete8)
La Rete degli studenti medi e dell’Unione degli studenti dalla Redazione di Scomodo, hanno lanciato un appello per la manifestazione di oggi 15 novembre, contro i tagli voluti dal governo e il modello di istruzione disegnato dal ministro Giuseppe Valditara. (Tecnica della Scuola)
Studenti in piazza oggi a Roma, Bologna e in diverse città italiane per protestare contro il Governo, la legge di bilancio, le riforme universitarie, la scuola e per "dare voce alla nostra rabbia contro un governo che ci sta togliendo ogni prospettiva e smantella il nostro diritto allo studio riforma dopo riforma". (la Repubblica)