Putin "apre": sono pronto a parlare con Trump
REUTERS Pronto a parlare con Trump. E pronto a parlare con Assad. Durante la tradizionale (e fluviale) conferenza stampa di fine anno, il presidente russo Vladimir Putin lancia una serie di avvisi. Di disponibilità al dialogo ma anche di forza: la Russia ha forze e fondi a sufficienza per ripristinare tutti i suoi territori storici. Il numero uno del Cremlino ha tenuto la tradizionale conferenza di fine anno, che, per la terza volta, viene organizzata insieme con un altro appuntamento, chiamato "In linea con il presidente" e dove Putin risponde a domande che arrivano da ogni parte del Paese. (Avvenire)
La notizia riportata su altre testate
“Incalzato” dai conduttori, il presidente russo parla con una certa ponderazione e anche qualche sprazzo di ironia di fronte a una gigantesca mappa del paese che mostra come già inglobate le quattro regioni ucraine annesse tramite referendum farsa due anni fa. (il manifesto)
La guerra in Ucraina. Putin si dice pronto a parlare con Trump per definire le condizioni di una pace duratura. Intanto però continuano a piovere missili su Kiev. Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)
Composizione della tragedia russo-ucraina, liberazione della regione di Kursk, relazioni con l’Occidente, crollo del regime amico di Bashar al-Assad, legittimità di Zelensky. Ecco alcune delle tematiche affrontate davanti ad una opinione pubblica ancora scioccata per l’omicidio del generale Kirillov, uno dei «volti» televisivi più noti in Russia del conflitto con Kiev. (L'Eco di Bergamo)
Il discorso di Putin gela il Consiglio europeo. Il presidente russo parla mentre è in corso il summit Ue e quella piccola punta di ottimismo sulle chance di una tregua, improvvisamente appare spezzata. (la Repubblica)
Il presidente ha riconosciuto che la Federazione sta affrontando i picchi dell’aumento dei prezzi, è “preoccupante”, ma ha rassicurato che l’economia è stabile “nonostante le minacce esterne”: “saremo capaci di affrontarla”. (Il Fatto Quotidiano)
Che è tela di fondo delle aspettative della comunità internazionale e, forse, dell’imperscrutabile “piano di pace” di Donald Trump. A “quella” porta: cessazione delle ostilità e trattative a bocce ferme. (La Stampa)