Ci sarà spazio per i curdi nella nuova Siria?
In soli dieci giorni in Siria è accaduto quello che molti siriani attendevano da cinquant’anni. Con la presa di Damasco di domenica 8 dicembre la famiglia Assad, che ha governato il Paese per tutto questo tempo, prima con Hafez e poi con il figlio Bashar, è stata spazzata via dall’avanzata delle forze jihadiste siriane, in particolare quelle di Hay’at Tharir al-Sham (Hts), che dal 2017 governavano buona parte della provincia di Idlib, nel nord-ovest della Siria, e del Syrian National Army (Sna), entrambi supportati dalla Turchia, soprattutto quest’ultimo. (Patria Indipendente)
Ne parlano anche altri giornali
«In Siria stiamo vivendo momenti storici, in quanto assistiamo alla caduta del regime autoritario di Damasco. Questo cambiamento rappresenta un’opportunità per costruire una nuova Siria basata sulla democrazia e sulla giustizia che garantisca i diritti di tutti i siriani», ha dichiarato il comandante generale delle Forze siriane democratiche Mazloum Abdi in seguito alla caduta di Bashar al-Assad. (il manifesto)
TURCHIA – SIRIA Le notizie del giorno: iniziano le udienze in tribunale per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Confermata la vittoria dell'opposizione nel governatorato di Jakarta. Gli accademici della Corea del Sud scelgono come espressione dell'anno quattro caratteri legati ai tumulti politici. (AsiaNews)
Lo scrive Reuters. La Turchia ha più volte ripetuto agli Stati Uniti che «un’organizzazione terroristica non può essere eliminata utilizzando un’altra organizzazione terroristica», ha aggiunto la fonte. (Il Sole 24 ORE)
Di Shorsh Surme – Questi gruppi includono gruppi jihadistii, come Hayat Tahrir al-Sham, che ha guidato l’attacco ad Aleppo e che raccoglie fazioni quietiste eredi di Jabat al-Nusra. (Notizie Geopolitiche)
La guerra di Israele su Gaza e poi sul Libano sembra aprire degli spazi per la resa dei conti che la Turchia aspettava da tempo contro i Curdi del Rojava, in Siria. (DinamoPress)
Secondo Abdi, l’obiettivo ultimo dell’accordo è estendere il cessate il fuoco a tutta la Siria e iniziare finalmente un processo politico. Contemporaneamente le Sdf si sono ritirate anche dalla città di Deir EzZor, mettendo fine alla loro presenza militare a ovest dell’Eufrate. (il manifesto)