Basi, depositi, aeroporti: gli obiettivi di Kiev in Russia
Il 6 agosto, con una mossa a sorpresa, forze ucraine, fresche e ben addestrate, entrano nella regione russa di Kursk. La invadono. Sbaragliano i soldati di leva al confine e, come una lama nel burro, conquistano 1200 chilometri quadrati. Avanzano a bordo di blindati americani e tank britannici. Mosca mostra le immagini e dice «vedete? È la Nato che ci attacca». Gli analisti sono cauti. Servirà? Solo alla seconda settimana di invasione arriva dal Pentagono una mezza benedizione: «L’uso delle armi americane a Kursk è in linea con gli accordi, serve a difendere l’Ucraina». (Corriere della Sera)
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Ma, naturalmente, questo aumenta significativamente il grado di coinvolgimento collettivo dell'Occidente nella guerra. Il permesso di colpire il territorio russo aumenterebbe il coinvolgimento dell'Occidente nel conflitto in Ucraina e comporterebbe una reazione da parte di Mosca. (Civonline)
I capi delle due diplomazie «incontreranno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e alti funzionari del governo di Kiev per discutere la continuazione del sostegno alla difesa dell'Ucraina contro l'aggressione russa e come garantire che l'Ucraina possa prosperare militarmente, economicamente e democraticamente a lungo termine». (Corriere del Ticino)
E la comunicazione ufficiale potrebbe arrivare nello spazio di pochi giorni. La Casa Bianca sarebbe intenzionata a revocare alcuni limiti all’uso delle armi a lungo raggio donate a Kiev per consentire una migliore protezione dai missili russi. (Il Fatto Quotidiano)
Mentre continuano ad avanzare nel Donbass, le forze di Mosca sono passate al contrattacco anche nella regione russa di Kursk, nel tentativo di ricacciare oltre frontiera le truppe ucraine. Situazione confermata dai più importanti blogger militari russi, mentre anche dall'Ucraina arrivano voci preoccupate che parlano di una situazione difficile. (La Stampa)
Kiev vuole ricevere il permesso degli Stati Uniti per usare armi offensive a raggio elevato per colpire basi in profondità sul territorio russo. Il rischio escalation, invece, è elevato. (il Giornale)