I pc portatili costeranno il 50% in più? Sì, se Trump applicherà i dazi promessi
Smartphone più cari del 26%, i computer del 50%, le console del 40%. Potrebbero essere gli effetti dell'elezione di Trump a quarantasettesimo Presidente degli Stati Uniti d'America. Il «tycoon» ha infatti condotto una campagna elettorale particolarmente rivolta ai dazi da imporre alle importazioni di prodotti dalle nazioni estere: dal 10 al 20% per qualsiasi paese del mondo (e per questo trema anche l'Italia, soprattutto per l'agroalimentare), del 60% per le importazioni dalla Cina (Corriere della Sera)
Su altre testate
Trump: tariffe del 20% sulle importazioni, made in Italy a rischio (Economia Sicilia)
Sull’Ucraina è probabile che Donald Trump ridurrà l’impegno degli Stati Uniti, ma la pace in 24 ore è impossibile. Anche per l’Unione europea si prospetta una nuova guerra commerciale con l’elezione di Trump. (LifeGate)
Ci risiamo. Finito il terrorismo pre -Trump è iniziato quello post -Trump. Tra gli spauracchi più sventolati dalla propaganda rimasta spiazzata dalla vittoria del tycoon c’è quello dei dazi (su cui tra l’altro neanche Joe Biden è andato così leggero, anzi). (Liberoquotidiano.it)
Il mercato dei tassi è stato uno degli asset più volatili di questo ciclo elettorale. Il Merrill Lynch Option Volatility Estimate ha registrato un'impennata del 50% nell'ultimo mese, raggiungendo un massimo di quasi 18 mesi, ed è chiaro che gli investitori obbligazionari hanno man mano mostrato sempre più preoccupazione per le varie implicazioni economiche di una potenziale politica trumpiana, che potrebbe allontanarsi in modo molto più radicale dall'ortodossia politica ed economica: non sorprende quindi che la turbolenza complessiva dei Treasury sia aumentata man mano che siano aumentate e probabilità della sua presidenza. (la Repubblica)
“Se non fermano questo assalto di criminali e droga nel nostro Paese, imporrò immediatamente una tariffa di base del 25% su tutto ciò che inviano negli Stati Uniti d’America con picchi del 75%”. (Nicola Porro)
Le produzioni oggi considerate come più esposte alle intemerate protezionistiche di Donald Trump sono quelle che temono meno. Quasi un paradosso. (L'HuffPost)