Adolescence, cosa ci dice la serie Netflix del diritto di piacere (e cosa provano le femmine): incel, redpillati, manosphere

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

Della serie di Netflix che in questo momento guardano tutti, Adolescence, ogni recensione loda una scelta stilistica: ciascuna delle quattro puntate è girata in un solo, lungo, piano sequenza. Certo, in quest'epoca abbiamo un gusto cinematografico così poco sofisticato che applaudiamo alla scelta d’autore ogni volta che un film devia dal solito montaggio sincopato e invisibile, privo di sottintesi. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri media

Si chiamava Davide, e pure Alexandra. Ed era nella serie "Adolescence" di cui tutti parlano. No, non c'era davvero. Ma c'erano piccoli atti di odio, piccoli e incredibilmente tanti, gocce che fanno gli tsunami, per certuni di noi molto sfortunati. (L'HuffPost)

Adolescence, perché è la serie del momento. La svolta del Var: gli arbitri spiegheranno le decisioni ai tifosi sugli spalti. (L'HuffPost)

I dodici, tredici anni ci atterriscono, i sedici sono già diversi), o comunque non solo, vuole raccontare il rapporto maschio-femmina. (Lucy. Sulla cultura)

Questo capitolo rappresenta un punto di svolta nella narrazione, espandendo la trama con una profondità psicologica raramente vista nelle produzioni contemporanee. ( 3 ) (RecenSerie - Solo recensioni serie)

L’adolescenza come precipizio: in fondo lo sappiamo tutti, perché lo siamo stati, che dall’adolescenza si esce vivi per miracolo, ogni generazione per un motivo diverso. Qui c’è il tema dell’odio verso le donne, che non arriva solo da internet (che però lo propaga) né solo dalla famiglia, che però anche inavvertitamente trasmette dei traumi intergenerazionali. (Vanity Fair Italia)

Con 66,3 milioni di visualizzazioni in soli 11 giorni, Adolescence diventa la miniserie più vista su Netflix nelle prime due settimane dall'uscita, e nel Regno Unito fa la storia battendo anche i programmi della BBC. (ComingSoon.it)