La Bête, recensione del film di Bertrand Bonello #Venezia80
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Pubblicità Un presentimento oscuro attanaglia i protagonisti del film La Bête di Bertrand Bonello, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. Una bestia pronta a scatenarsi, un’esitazione che provocherà una catastrofe: Lea Seydoux e George McKay incarnano due anime unite da più passati, che cercano un modo di comunicare nel presente per potersi aprire al futuro in uno dei film, finora, più interessanti di Venezia 80, che potrebbe andare a premi. (Cinefilos.it)
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Ma la donna è vinta dalla paura, un presagio che la catastrofe è vicina. Per liberarsene, Gabrielle (Léa Seydoux) deve purificare il suo DNA: si immerge quindi in vite precedenti, dove rincontra Louis, suo grande amore (interpretato da George McKay, che ha sostituito il compianto Gaspard Ulliel). (Best Movie)
Un piccione dentro casa, nel sistema di immagini allegoriche di La Bête, è presagio di morte (per fortuna la mia im/picciona non si è mai affacciata all’interno, mi viene da dire allora), e proprio di presagi sono cariche tutte le immagini che ancora una volta Bonello immerge nei glitch, nei lag e negli errori di sistema del linguaggio slabbrato dalla rete, come se questo nuovo film fosse una messa in pratica in un set “a grandezza naturale” (esplicitato già dal green screen svelato nell’incipit) delle simmetrie tra le finestre e i pop up degli schermi del precedente Coma. (Sentieri Selvaggi)
La recensione di The Beast, storia distopica di due anime destinate a stare insieme, per poi dividersi, nell'arco di secoli differenti ed epoche diverse. Il film, diretto da Bertrand Bonello, è stato presentato in concorso alla 80. (Movieplayer)
Per liberarsene, Gabrielle deve purificare il suo DNA: si immerge quindi in vite precedenti, dove ritrova Louis, suo grande amore. Ambientata in un futuro prossimo in cui regna suprema l'intelligenza artificiale, la nuova pellicola del regista francese racconta di un mondo in cui le emozioni umane sono ormai considerate una minaccia. (Il Sole 24 ORE)
“La Bête” di Bertrand Bonello ci porta nel 2044, ma poi ci fa indietreggiare nel tempo: 2014, 1910, più qualche altro scampolo d’annata sempre del XX secolo. Racconta la storia d’amore tra Gabrielle (Léa Seydoux) e Louis (George MacKay), in piena era di intelligenza artificiale, che domina le nostre vite, ma non del tutto i sentimenti. (ilgazzettino.it)
La bestia nella giungla è il titolo di un bel racconto di Henry James in cui l'idea ossessiva di un pericolo eternamente in agguato, impediva a chi ne era affetto di provare un sentimento vero per la persona amata. (ilGiornale.it)