Cosa succederà alle azioni statunitensi quando la Fed inizierà a tagliare i tassi?

Se tutto va come il mercato si aspetta, la Federal Reserve è a meno di una settimana dal taglio dei tassi di interesse per la prima volta dall'inizio della pandemia di covid. Sebbene la mossa sia ampiamente prevista, i suoi effetti si faranno sentire sui mercati per qualche tempo. Con l'allentamento delle pressioni inflazionistiche dai recenti massimi di 40 anni, gli investitori si aspettano che la banca centrale riduca il tasso obiettivo sui federal-funds di almeno un quarto di punto percentuale rispetto all'attuale intervallo 5,25%-5,50%. (Morningstar)

Ne parlano anche altri media

Il calo dell’inflazione sta proseguendo e la Banca centrale europea ieri ha dunque deciso di tagliare di 0,25 punti i tassi di riferimento dell’area euro. Questo trend di riduzione del costo del denaro continuerà ad essere un supporto di rilievo per i mercati azionari? E quali riflessi avrà sulle valute maggiori questa nuova geografia dei tassi? (Corriere del Ticino)

Gli scenari cambiano velocemente in questi giorni sui mercati azionari, come i cieli di fine estate sul Belpaese e la pioggia di notizie caduta nella notte – relativa a una Fed più colomba di quanto ipotizzato fin qui – è stata un buon fertilizzante per i listini europei. (FIRSTonline)

Oggi, i prezzi di mercato prevedono che i tassi reali a breve termine rimarranno positivi, il che è coerente con un atterraggio morbido piuttosto che con una recessione". E' quanto sottolinea Chris Iggo, Chief Investment Officer di AXA IM Core spiegando che i titoli obbligazionari hanno registrato una buona performance sulla scia delle aspettative dovish sui tassi e dei dati economici più modesti. (QuiFinanza)

Tassi, chi accelera sui tagli tra Fed e Bce? Le banche centrali fanno i conti con i rischi sul pil

E se investire meglio farlo a breve o a lungo termine? Il dubbio, in verità, affiora per molti investitori, ora che da Washington è arrivato il «via libera» alla riduzione del tasso di riferimento. Ma quando avverrà la mossa annunciata da Jerome Powell, alla guida della Federal Reserve? Già dal 18 settembre? E, nel caso, di quanto scenderà il costo del denaro americano? Non sono domande peregrine da parte dei mercati finanziari, perché se è ormai molto probabile che la Banca centrale degli Stati Uniti decida d’innestare la retromarcia, sarà decisivo il valore della riduzione che verrà applicato al tasso di riferimento, o, indirettamente al tasso d’indebitamento di aziende e privati cittadini. (Corriere della Sera)

Eppure ieri, nonostante l'allentamento da un quarto di punto deciso giovedì scorso dalla Bce, l'euro è risalito nei confronti del dollaro fino a quota 1,1081. Una regola basica prevede che, a fronte di un taglio dei tassi, la moneta di riferimento si deprezzi. (il Giornale)

Ultim'ora news 13 settembre ore 20 (Milano Finanza)