L’Ucraina ha perso la guerra?

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Di: Stefano Feltri Questo finale di anno invita al pessimismo sulle sorti dell’Ucraina. Ma almeno ci costringe a risolvere qualche equivoco, a separare la tregua dalla resa, a definire gli obiettivi del sostegno militare all’Ucraina o a giustificare il disimpegno. Nei giorni scorsi Il Fatto Quotidiano ha titolato a caratteri cubitali «Abbiamo perso la guerra», come se a Bruxelles Volodomyr Zelensky fosse andato a incontrare i leader europei per annunciare la resa. (SettimanaNews)

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Chiederanno scusa agli ucraini? Ammetteranno di averli illusi, di averli mandati a morire, di averli trascinati in una guerra che li ha resi orfani, invalidi, poveri, precipitandoli in un orrore che non avrà fine neppure quando cesserà il tuono dei cannoni? Riconosceranno di aver raccontato loro un’... (La Verità)

Aumento delle spese Nato al 5% del Pil, tagli ai programmi militari che Musk giudica superati e un piano di pace per l'Ucraina fatto senza aver visto i numeri. (Panorama)

Putin gongola, dimenticando che aveva annunciato al suo popolo che si sarebbe trattato di una «operazione di polizia», che in poche settimane l'Ucraina sarebbe stata nelle sue mani. I commentatori filo russi, che abbondano anche in Italia, gongolano e già puntano il dito contro l'Occidente che con il suo aiuto ha consentito a Kiev di resistere così a lungo e ha impedito allo Zar di mantenere la sua promessa. (il Giornale)

UCRAINA / TUTTI IN GUERRA! E QUELLA TRATTATIVA SABOTATA…

Una conferma viene da un’analisi di ieri dalla fondazione Usa Carnegie Endowment for Peace per cui l’insistenza di Putin sulla resilienza e sul rilancio economico grazie alla guerra non terrebbe conto dei “costi nascosti” di un’economia drogata dal conflitto: entro il 2026-2027, le “sfide fiscali e sociali” potrebbero degenerare in “vera e propria crisi”. (ilmessaggero.it)

La speranza che il nuovo anno possa essere l’anno della pace ritrovata a Gaza come in Ucraina è molto diffusa e trasversale ed è un desiderio tanto comprensibile quanto condivisibile, anche per chi, come la sottoscritta, ha sempre presente la differenza tra l’aggredito e l’aggressore e solo per questo si è trovata in varie circostanze ad essere inclusa tra i “bellicisti da salotto” o “i servi della Nato”. (Il Fatto Quotidiano)

Pace vicina e poi sempre più lontana per la martoriata Ucraina, in attesa che Donald Trump, il 20 gennaio, sbarchi alla Casa Bianca. A gettare ettolitri di benzina sul fuoco sono, come al solito, i verti UE & NATO. (La Voce Delle Voci)