Caso Verzeni, testimoni: "Noi stranieri ma abbiamo fatto arrestare il killer"
Caso Verzeni, testimoni: "Noi stranieri ma abbiamo fatto arrestare il killer" 31 agosto 2024 Il giorno dopo il fermo di Moussa Sangare, reo confesso dell'omicidio di Sharon Verzeni a Terno d'Isola, nella bergamasco, parlano i due testimoni che hanno contribuito all'arresto del 31enne italiano ma di origini africane. "L’unico rimpianto è non aver potuto fare qualcosa per salvare Sharon. Se fossimo stati più vicini al luogo dell’omicidio, forse avremmo potuto salvarla", hanno spiegato in un'intervista a Repubblica. (Il Sole 24 ORE)
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Terno d'Isola (Bergamo) – Nella conferenza stampa alla procura di Bergamo, quando è stato annunciato il fermo di Moussa Sangare per l'omicidio di Sharon Verzeni, ha ricevuto un pubblica lode, insieme con l'amico che era con lui, per il senso civico dimostrato. (IL GIORNO)
A raccontarlo sono Amin Ettayeb e Mohamed Ghannamy, i due giovani amici d’origine marocchina la cui testimonianza ha dato una svolta decisiva alle indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni, la barista 33enne accoltellata nella notte tra il 29 e il 30 luglio mentre camminava in via Castegnate a Terno d’Isola. (L'Eco di Bergamo)
Un mese dopo, quell’unico indizio si è arricchito di particolari fondamentali per il fermo del presunto killer, reo confesso, il trentenne Moussa Sangare, nato in Italia da genitori del Mali e residente a Suisio, paese a pochi chilometri da Terno. (Luce)
Quattro coltellate al buio, nella notte fra il 29 e 30 luglio, a una sconosciuta incrociata per caso a Terno d’Isola (Bergamo) e una confessione che lascia senza parole: “L’ho uccisa tanto per farlo”. L'assassino di Sharon Verzeni si chiama Moussa Sangare. (Start Magazine)
Non poteva essere altrimenti, che la classe politica e i suoi accoliti non strumentalizzassero l'omicidio di Sharon Verzeni. La donna, 33 anni, era stata uccisa la notte del 30 luglio a coltellate a Terno d’Isola -Bergamo-. (Tp24)
Tra i primi a bollare la distinzione fatta da Salvini («italiano di origini nordafricane») è stato il dem Francesco Boccia che ha bollato come «sciacallo» il vicepremier. A rincarare la dose è intervenuto anche il presidente dei deputati di Italia viva, Davide Faraone, che sottolinea il silenzio della Lega sull'origine marocchina dei due testimoni, grazie ai quali è stato possibile inchiodare Moussa Sangare alle sue responsabilità. (il Giornale)