Biden e l'appello alla calma. Il rebus della campagna dem

Che fare? Il dilemma (Leniniano) davanti al quale si trovano Joe Biden e gli strateghi della sua campagna dopo l'attentato a Donald Trump è di non facile soluzione. Da un lato, il presidente vede rientrare nei ranghi (almeno per il momento) chi, nel suo partito, vorrebbe scaricarlo per un candidato più giovane. Dall'altro, è inevitabilmente costretto a cambiare copione, ma non sa ancora a quale «script» affidarsi. (il Giornale)

Su altre fonti

Solo qualche giorno fa, accusato dal suo stesso partito di essere sempre più debole, ormai incapace di contrastare efficacemente il suo avversario nella campagna elettorale, Joe Biden aveva alzato il tono dello scontro accusando Trump di minacciare la democrazia americana. (Corriere della Sera)

E non solo per la potenza della foto — il volto insanguinato, il pugno chiuso, la bandiera a stelle e strisce — e per quel grido «fight!», combattete, destinato a diventare da qui al 5 novembre lo slogan della campagna di Trump. (Corriere della Sera)

Non è il momento di attaccare il tycoon e indicarlo come un potenziale dittatore. Milwaukee è la città dove si era concentrata la campagna d’attacco. (la Repubblica)

Joe un candidato ridotto al silenzio. L'ultima possibilità è il passo indietro

Spoiler: gli stati da tenere sott'occhio sono Wisconsin, Nord Carolina, Michigan, Pennsylvania, Georgia, Arizona e Nevada. Trump Biden sondaggi, chi è in vantaggio nelle rilevazioni presidenziali del 2024? Avanti the Donald ma solo di due punti. (ilmessaggero.it)

Ma ha anche mandato un altolà al suo partito che sta cercando di defenestrarlo negandogli la ricandidatura. Il presidente ha scelto il luogo riservato ai messaggi più solenni per invitare tutti ad abbassare la temperatura: «Nella democrazia americana il disaccordo è inevitabile: fa parte della natura umana. (Corriere della Sera)

C'è un dato che colpisce in questi giorni successivi all'attentato di Butler: l'incapacità dei democratici americani di abbozzare una strategia rispetto a un evento che appare come un punto di svolta nella corsa alla Casa Bianca. (il Giornale)