Quaquaraquà

E così, come era fin troppo facile prevedere, le banche hanno messo sull’attenti il governo. La famosa tassa sulle decine di miliardi di extraprofitti delle banche è diventata un PRESTITO sugli sconti fiscali di 1,75 MD all’anno per 2 anni, prestito che il governo dovrà poi RESTITUIRE alle banche, che non ci perdono un centesimo. Anzi. Praticamente un debito in più per lo Stato che già dipende in tutto dal sistema bancario e finanziario Sono stati subito abbattuti i leghisti, che secondo Tajani volevano una misura “sovietica”. (Contropiano)

La notizia riportata su altri giornali

Interpellato dalla stampa durante il punto stampa alla Farnesina con il ministro degli Esteri olandese, Caspar Veldkamp, Tajani si è detto anche “molto soddisfatto che abbia prevalso il principio del libero mercato” e che il contributo della banche e delle assicurazioni sia frutto di un accordo raggiunto con “un lavoro concreto di dialogo”. (Agenzia askanews)

ITALIA. Alla fine, la tanto discussa tassa sugli extraprofitti delle banche è diventata realtà. Nonostante le critiche accese, soprattutto da parte di Forza Italia, che la definiva «roba da bolscevichi», il governo ha trovato una soluzione semplice: cambiare nome. (L'Eco di Bergamo)

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa a Palazzo Chigi si è innervosito per la domanda del Fatto sul “contributo” chiesto alle banche, che in realtà si limita a un anticipo di imposte che avrebbero versato comunque. (Il Fatto Quotidiano)

Fisco e banche, chi ha vinto e chi ha perso nella partita del governo

"Vedremo in parlamento se sarà possibile appartare migliorie, ma devono esserci le coperture". (Civonline)

Ammonta a 3,5 miliardi il contributo atteso per la manovra da banche e assicurazioni. (Secolo d'Italia)

Fino a due giorni fa, Antonio Tajani di FI e Matteo Salvini della Lega quasi si azzuffavano su questo tema, mostrando posizioni almeno in apparenza inconciliabili. La soddisfazione all’unisono dei due vicepremier per il contributo di 3,5 miliardi di euro concordato con le banche è un segnale incoraggiante ma un po’ sospetto. (Corriere della Sera)