Influenza aviaria, aumento delle infezioni nei felini. “I gatti potenziale via di diffusione all’uomo”

Prima che l’influenza aviaria colpisse allevamenti di bovini da latte negli Usa innescando un’allerta anche nel resto del mondo, il virus H5N1 era stato già rilevato in alcuni mammiferi compresi i gatti. Kristen K. Coleman e Ian G. Bemis, ricercatori presso la Scuola di Salute Pubblica e il Dipartimento di Medicina dell’Università del Maryland, in uno studio pubblicato su MedrXiv che quindi non è stato revisionato, hanno raccolto i dati relativi alle infezioni nei felini dal 2020 a al 2023 e hanno scoperto il tasso complessivo di mortalità è stato stimato al 63%. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altre testate

Il virus H5N1, noto come influenza aviaria, continua a essere al centro delle preoccupazioni del mondo scientifico. Questa volta, l'allarme è sul contagio altamente mortale che può colpire i gatti. Il 67% dei felini colpiti dal virus, infatti, non sopravvive. (Sky Tg24 )

Le pandemie, ormai lo sappiamo – si tratti di virus dell’influenza, di coronavirus, o possibili altri agenti patogeni – sono una possibilità. Di Antonio Scalari (Facta)

Il virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (highly pathogenic avian influenza) A(H5N1) sta suscitando un certo allarme per diverse ragioni, fra cui lo spiccato neurotropismo, ossia la tendenza del virus a concentrarsi soprattutto all’interno del tessuto nervoso, e la sua conseguente capacità di causare danni neurologici in numerose specie di uccelli e di mammiferi sia domestici che selvatici. (Galileo)

Influenza aviaria, di cosa si tratta

Lo sottolinea l'epidemiologo Massimo Ciccozzi, fra gli autori dello studio italiano "H5N1 bird flu: Tracking outbreaks with real-time epidemiological data", in pubblicazione su 'The Lancet Infectious Diseases'. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

A partire dal 2023 c'è stato un "drastico aumento" di infezioni da virus dell'influenza aviaria H5N1 nei gatti domestici, per i quali ha una mortalità elevatissima: 67%. Secondo gli esperti il boom di casi è legato alla predazione di uccelli e altri animali infetti. (Fanpage.it)

Si parla di influenza aviaria per riferirsi a vari sottotipi di virus influenzali di tipo A che contagiano pressoché tutte le specie di uccelli, tra cui quelle presenti nella nostra alimentazione come polli, tacchini, anatre, oche, quaglie. (Cure-Naturali.it)