Draghi + Letta = Europa, l’agenda su cui lavorare

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corriereadriatico.it ECONOMIA

La presentazione del Rapporto Draghi sulla competitività della UE ha suscitato, come era comprensibile, un notevole seguito di analisi e commenti. A parlarne sono stati soprattutto commentatori e giornalisti piuttosto che esponenti politici, cui il rapporto era indirizzato. Ad esporsi con maggiore chiarezza sulle tesi di Draghi sono stati i partiti più critici verso la UE e il processo di integrazione. (corriereadriatico.it)

Ne parlano anche altri media

L’intero progresso nella civiltà consiste nel conseguire risultati maggiori o migliori con lo stesso o minore sforzo o, come si dice in termini moderni, con meno mezzi di produzione. L’unico modo sostenibile per aumentare la ricchezza su larga scala è dunque aumentare la produttività dell’intera economia. (L'Opinione delle Libertà)

Confesso di essere stato spiazzato dai lettori di Zafferano, da quelli del mio Blog, da quelli dei quotidiani cartacei e digitali che ogni settimana lo riprendono dandogli titoli diversi. Sabato scorso è infatti uscito “La dottrina Draghi per un’Europa sogno o incubo?” e per la prima volta sono stato sommerso da mail, WhatsApp, persino telefonate. (Start Magazine)

L’Unione europea, nella delicata fase del rinnovo istituzionale, deve misurarsi con l’importante novità del Rapporto Draghi, a suo tempo commissionato dalla Presidente Von der Leyen. Di fronte alla correttezza delle analisi e delle proposte indicate, i leaders degli Stati, ad eccezione degli inguaribili sovranisti, difficilmente potrebbero muovere fondate critiche. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Post di Matteo Mariotti, economista EY Polonia – (Econopoly)

Questo documento offre un'analisi approfondita delle sfide economiche e geopolitiche che l'Europa deve affrontare per mantenere la sua rilevanza nel contesto globale, sempre più frammentato e in rapido mutamento. (Altalex)

"I singoli Paesi europei sono semplicemente troppo piccoli per affrontare le sfide", poste dall'attuale contesto internazionale, dice nella sede del think tank Bruegel, a Bruxelles. Allora avremo i soldi, ma la prima cosa per le imprese medio piccole è essere in grado di crescere. (Adnkronos)