Morto Riccardo Bonacina padre del giornalismo sociale, aveva fondato Vita: il ricordo di Renzi, aveva 70 anni
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È morto a 70 anni Riccardo Bonacina, pioniere del giornalismo sociale in Italia. Aveva fondato il periodico Vita, dedicato agli ultimi. Matteo Renzi lo ha ricordato durante un intervento in Senato definendolo “padre della legge del terzo settore” e una “persona speciale”. Chi era Riccardo Bonacina Cos'è il giornalismo sociale Matteo Renzi ricorda Riccardo Bonacina Chi era Riccardo Bonacina Bonacina aveva lavorato in Fininvest e nel 1990 aveva preso parte al lancio di Studio Aperto, primo telegiornale delle reti berlusconiane. (Virgilio Notizie)
Ne parlano anche altri media
Un ritratto di Riccardo Bonacina – Giorgio Boato L’avevo sentito l’ultima volta a ottobre, mi aveva invitato alla festa dei 30 anni di “Vita” la sua creatura. (Per Noi Autistici)
«Un grande maestro e amico per tanti di noi che, come me, insieme a lui hanno percorso un lungo tratto di vita che non si può definire solo professionale»: così Stefano Arduini, direttore di Vita magazine e Vita. (Diocesi di MIlano)
Il … Dopo essere stato in Fininvest e in Rai, nel 1994 fondò il settimanale Vita dedicato al racconto sociale, al volontariato, alla sostenibilità economica e ambientale e al mondo non profit. (Il Fatto Quotidiano)
Non ha cercato mai la larga notorietà, nemmeno quando ne ha avuto l'occasione (qualcuno ricorda la sua trasmissione Rai Il coraggio di vivere), nemmeno quando il suo prezzo era alto. Nella notte fra martedì e mercoledì si è conclusa la straordinaria vita terrena di Riccardo Bonacina, settant'anni, grande giornalista, inventore come pochi altri di un nuovo modo di raccontare la realtà. (il Giornale)
Chiunque lo abbia conosciuto, anche per poco, anche da lontano, può facilmente ritrovarsi in questi termini, che curiosamente paiono l’eco di un tempo diverso, appartenere a un contesto che nell’estremo saluto può persino delineare un’eredità. (Avvenire)
Ad avanzare la proposta è stato il consigliere dei Riformisti Gianmaria Radice che lo ha ricordato come «vero maestro del giornalismo sociale. E pur essendo distante da me sotto alcuni punti di vista, come quello religioso, ha lasciato un segno fortissimo nella mia formazione e nella formazione di molti operatori del sociale». (il Giornale)