Scavi illegali a Città della Pieve, sequestrati sarcofagi, urne e altri reperti archeologici etruschi
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Importanti reperti archeologici etruschi, riportati alla luce con scavi illegali, sono stati sequestrati a Città della Pieva (Perugia), come riferito dalla Procura del capoluogo umbro. L'indagine, partita da una segnalazione dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale nello scorso aprile, ha portato a individuare due persone come responsabili degli scavi. Fra i reperti recuperati, 8 urne litiche etrusche, due sarcofagi e il relativo corredo funerario di età ellenistica del III secolo avanti Cristo (Corriere TV)
La notizia riportata su altri giornali
E ancora due sarcofagi – uno, al momento, rappresentato dalla sola copertura e l’altro completo dello scheletro del defunto – e il relativo corredo funerario di Età Ellenistica del III secolo a. (Paolo Gianlorenzo)
Un patrimonio archeologico che arriva da Città della Pieve, dove già nel 2015 – con la scoperta della cosiddetta "Tomba di Laris" – si accertò inequivocabilmente la massiccia presenza della misteriosa civiltà Etrusca che fino a quel giorno si pensava fosse concentrata nel chiusino. (LA NAZIONE)
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La scoperta è di quelle da lasciare col fiato sospeso perché il recupero è tra i più importanti degli ultimi tempi riguardante gli antichi Etruschi: suppellettili e vasellame, quattro specchi in bronzo, uno dei quali con l’antica divinizzazione di Roma e della lupa che allatta soltanto Romolo, un balsamario contenente ancora tracce organiche del profumo utilizzato in antichità, un pettine in osso, vasi in bronzo e terracotta comunemente utilizzati dalle donne etrusche durante banchetti e simposi sono stati rinvenuti durante un’azione investigativa che ha consentito il recupero di otto urne litiche etrusche e due sarcofagi, con il relativo corredo funerario di età ellenistica del III secolo a. (Il Sole 24 ORE)
Bene, i reperti rinvenuti in quell’occasione non erano gli unici in quel sito archeologico. L’operazione di recupero ha richiesto molto tempo, indagini accurate, perquisizioni e ha visto anche l’impiego di un drone in dotazione al Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pratica di Mare. (Prima Pagina Chiusi)
Chi investiga nel complesso mondo del mercato clandestino dell’archeologia ( in questo caso i carabinieri della sezione archeologia del Comando Tutela Patrimonio Culturale) deve ricorrere agli strumenti della contemporaneità per battere sul tempo chi vorrebbe rivendere pezzi della nostra storia e della nostra identità. (Corriere Roma)