A Strasburgo tutti al voto alla rinfusa
Forse una serie così articolata di mozioni sugli aiuti in armi all’Ucraina come quelle votate ieri nell’Europarlamento, in Italia non arriverà più. O forse le spaccature affiorate, sia nella maggioranza, sia nelle opposizioni – e in queste perfino all’interno degli stessi gruppi – consiglieranno di tenere il dibattito sulle armi, che prima o poi dovrà riprendere anche alla Camera e al Senato, più sulle generali, per evitare troppe divisioni. (La Stampa)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Dalla risoluzione approvata giovedì (28 novembre), arriva l’ennesima condanna della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e il peggioramento del conflitto. (EuNews)
Fa parte dell'iniziativa del G7 per supportare l'Ucraina utilizzando i ricavi derivanti da asset russi immobilizzati, assicurandosi che l'aggressore paghi per i danni che ha causato». Lo annuncia su X il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. (Corriere del Ticino)
L’ultima risoluzione del Parlamento Ue sul sostegno all’Ucraina ufficializza l’ulteriore passo di Bruxelles in direzione di un’escalation, ma consegna anche alla politica italiana un’altra conferma: sulla guerra nel Paese di Volodymyr Zelensky il governo va in ordine sparso, mentre il Partito Democratico, ormai, è completamente diviso. (Il Fatto Quotidiano)
Nelle parole e nei toni assomiglia a una dichiarazione di guerra inviata non solo alla Russia, ma anche ai suoi alleati, Cina in testa. Già le premesse indicano la rotta: “Considerando che la Russia sta conducendo una guerra di aggressione illegale, non provocata … (Il Fatto Quotidiano)
Mentre sul campo la guerra continua, mentre Vladimir Putin si fa vanto di riuscire a produrre missili per dieci volte di più della Nato, a Strasburgo il Parlamento Europeo vota un’ennesima risoluzione sull’Ucraina, che ha valore solo simbolico e di posizionamento politico dei partiti e non decisionale per gli scarsi poteri affidati all’Eurocamera e perché in politi… (L'HuffPost)
L'appello di Josep Borrell: «Non dobbiamo nascondere i costi della guerra, ma i governi Ue ora decidano cosa fare» (Open)