Le toghe compattano la maggioranza. Meloni e Mantovano scelgono Bongiorno come difensore. Il vertice a Chigi
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Una riunione in due tempi. Con il primo dedicato al dossier migranti e in particolare all'aumento di arrivi dalla Libia registrato nei primi 28 giorni del 2025 e il secondo tempo tutto incentrato sulla vicenda del generale libico Najeen Osama Almasri. È metà mattina quando a Palazzo Chigi si incontrano Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e alcuni ministri, tra cui il titolare dell'Interno Matteo Piantedosi. (il Giornale)
Ne parlano anche altri media
– Dal consiglio di guerra a Palazzo Chigi, al secolo vertice di maggioranza, esce fuori solo un nome: quello di Giulia Bongiorno. Sarà lei a difendere, semmai fosse necessario, tutti e quattro gli indagati di lusso per il caso Almasri. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
I più la ricordano per aver difeso con successo Giulio Andreotti nei processi di Palermo e Perugia, ma Giulia Bongiorno - ora chiamata a rappresentare la premier Giorgia Meloni , i ministri dell’Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio e il sottosegretario Alfredo Mantovano per il caso del libico Almasri - passa alle cronache anche per aver firmato le leggi per il “Codice rosso” e il “Codice rosso rafforzato”. (Il Sole 24 ORE)
Non si dica che Giorgia Meloni è lenta nel cogliere le occasioni, anche quando si presentano nelle vesti più sgradite. Però ha anche intravisto subito la possibilità di un micidiale contropiede e non ha perso tempo. (il manifesto)
In astratto le accuse sembrano fondate: in concorso con i ministri Carlo Nordio (Giustizia) e Matteo Piantedosi (Interno) e col sottosegretario Alfredo Mantovano (delega ai Servizi) ha fatto scarcerare il pericoloso generale libico Al-Masri e lo ha spedito in Libia con un volo di Stato. (Italia Oggi)
Buongiorno. Non si placa lo scontro politico e istituzionale sul caso Almasri. (Corriere della Sera)
Linea dura. E si affida alla “Lady di ferro” del Foro, Giulia Bongiorno, per rispondere a tono ai pm romani che hanno messo sotto indagine una premier, due ministri e un sottosegretario. (ilgazzettino.it)