La liberazione delle donne detenute nella prigione di Sednaya, in Siria: l'incredulità e la gioia delle recluse
Le immagini mostrano la liberazione delle detenute della prigione di Sednaya, in Siria, ad opera dei ribelli jihadisti di Hayat Taìharir al Sham. Il carcere era noto per le torture che i suoi secondini infliggevano ai prigionieri. «Andate dove volete», rispondono i ribelli alle donne che, incredule, chiedono dove debbano andare. (Corriere TV)
Ne parlano anche altre fonti
Vengono aperte le porte della sezione femminile della prigione di Sednaya, Siria. Le donne incredule chiedono 'Dove dobbiamo andare?', e gli uomini rispondono "Dove volete, madri, andate". (la Repubblica)
Il presidente del governo provvisorio siriano, Abdurrahman Mustafa ha dichiarato: “Il nostro popolo in Siria ha riconquistato la libertà. Oggi è un giorno molto felice per noi”. Mustafa, presidente del governo provvisorio siriano, ha rilasciato un'intervista alla Radiotelevisione turca (TRT). (TRT)
Siria ‘liberata’, Noury (Amnesty international): “Paese devastato da torture e guerra, ora entri in scena la giustizia internazionale” Getting your Trinity Audio player ready... (Dire)
VIDEO | Via Assad dalla Siria, si svuotano le carceri: libero anche il 70enne Ragheed, che finì in cella per non bombardare i civili Dopo la fuga del dittatore Assad, si sono aperte le porte del 'mattatoio' e delle altre carceri in Siria, dove erano rinchiusi detenuti: tra loro c'è chi è finito in cella per essersi rifiutato di sparare sui civili o per critiche al regime (Dire)
Nel 2022, l'ADMSP, l'associazione dei detenuti e delle vittime della prigione, ha detto che «è diventata di fatto un campo di sterminio». Non è un caso quindi che Saydnaya sia stata una delle prigioni ad essere liberata quando i ribelli hanno preso il controllo della Siria (ilmessaggero.it)
"I sospetti autori di crimini di diritto internazionale e di altre gravi violazioni dei diritti umani devono essere indagati e, se giustificato, perseguiti per i loro crimini", ha dichiarato in un comunicato Agnes Callamard, responsabile del gruppo per i diritti con sede a Londra. (Il Dubbio)