Liguria, il leghista Rancan: "Ora puntiamo all'Emilia Romagna"

"Ora puntiamo anche all’Emilia-Romagna": Matteo Rancan, capogruppo in consiglio regionale e segretario Lega Emilia, lo ha detto dopo la vittoria del centrodestra in Liguria, dove è stato eletto governatore Marco Bucci. Sconfitto, invece, il dem Andrea Orlando. Riferendosi alle prossime regionali, che si terranno in Emilia Romagna il 17 e 18 novembre, il leghista ha aggiunto: "Con lo stesso spirito di collaborazione e impegno, siamo certi di poter portare un nuovo sistema, fatto di dialogo e sinergia, per costruire insieme un futuro migliore". (Liberoquotidiano.it)

Ne parlano anche altri giornali

Milano Si dovrebbe parlare di auto e intelligenza artificiale, ma Alessandro Sallusti non si lascia sfuggire la notizia di giornata: la vittoria del centrodestra in Liguria. Matteo Salvini (nella foto) collegato dal suo ufficio nella capitale, festeggia la vittoria: «Quella di oggi è una bellissima giornata di sole. (il Giornale)

"Siamo stati una cavia - ha detto a Marco Imarisio del Corsera -. Dalle parole dell'ex ministro al Corriere della Sera traspaiono soprattutto delusione e rabbia. (Liberoquotidiano.it)

La coalizione destra-centro che sostiene il governo Meloni ha una grande fortuna più che meriti. I suoi oppositori sono degli estremisti tassaioli anti-impresa ed invasati ecofolli. (Nicola Porro)

E, ultima annotazione, il centrodestra vince grazie alle liste civiche, segno che la vicinanza alla gente è ancora qualcosa di cui c'è ancora profondo bisogno. Poi la coalizione di centrosinistra che sembrava avere il vento in poppa, si è sfaldata sotto il peso delle contraddizioni. (il Giornale)

Sono contento per la vittoria di Bucci e sono convinto che tanti lo abbiano votato per la persona, non per il partito di appartenenza. Dopo il patteggiamento di Giovanni Toti, ex presidente della Regione, sembrava cosa fatta per la conquista dello scranno più alto, ma si vede che il centrosinistra ha ancora tanta strada da fare. (Corriere della Sera)

Continua indefessamente il giuoco dell'alternanza senza alternativa, buona solo a mantenere immutato il dominio neoliberale o, più precisamente, il volo rapace dell'aquila neoliberale con la sua doppia apertura alare. (Il Giornale d'Italia)