Vomita sangue ma viene dimessa: Camilla uccisa a 17 mesi da una pila a bottone
Una tragedia che lascia sgomenti, quella di Camilla, una bambina di soli 17 mesi, deceduta dopo un’odissea - tra ospedali e protocolli sanitari - iniziata con un malore e culminata con il decesso in un ospedale di Massa. Tutto è cominciato circa dieci giorni fa ad Asciano, comune nella provincia di Siena dove la famiglia di Camilla, originaria della Repubblica Dominicana, risiede da tempo. La piccola ha iniziato a vomitare sangue: trasportata d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena, è stata sottoposta a una serie di accertamenti. (Today.it)
Su altre fonti
La dinamica del decesso e i punti che non tornano Un vero e proprio calvario che è adesso al vaglio degli inquirenti. È giallo sulla morte di una bambina di appena 18 mesi a Massa. Secondo il racconto dei genitori la piccola sarebbe stata prima dimessa, poi ricoverata e infine trasferita d'urgenza all'ospedale di Massa Carrara dove ha perso la vita. (Today.it)
L’ingestione di corpi estranei da parte dei bambini, un problema in preoccupante aumento negli ultimi anni, spinge la Società italiana di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica a lanciare una campagna di sensibilizzazione. (Orizzonte Scuola)
Arrivano il fratello della madre, tanti amici che fanno parte della composita comunità latinoamericana che è abituata a ritrovarsi per ben altri eventi. (LA NAZIONE)
Un po’ di sangue dal naso e malessere generale. È iniziata il 5 novembre con un primo accesso al pronto soccorso di Siena per sintomi abbastanza comuni la drammatica storia di Camilla, figlia di 17 mesi di una coppia di immigrati dominicani. (La Repubblica Firenze.it)
La grande differenza tra il suo caso e quello di Camilla è che lui, a differenza della piccola, è in grado di parlare. Un dramma che poteva nuovamente trasformarsi in tragedia e che ha visto protagonista un bambino di 7 anni. (LA NAZIONE)
È morta a diciassette mesi, per avere ingerito una pila ma si indaga per capire se ci siano responsabilità da parte dei medici che potrebbero inizialmente avere sottovalutato il caso. (il Giornale)