Iran e Usa a Roma: "Passo avanti nel negoziato", ma la strada è ancora lunga

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ESTERI

I colloqui tra Stati Uniti e Iran, ospitati nella capitale italiana sotto la mediazione dell’Oman, hanno registrato un progresso, seppur limitato, verso un’intesa che potrebbe ridisegnare gli equilibri in Medio Oriente. La seconda tornata di negoziati, svoltasi ieri nell’ambasciata omanita di via della Camilluccia, si è protratta per quattro ore – meno del previsto – ma è bastata per concordare un nuovo round a Muscat, dove le delegazioni torneranno a confrontarsi già da mercoledì.

Donald Trump, che ha concesso due mesi di tempo per raggiungere un accordo, sembra aver trovato un interlocutore disposto a trattare, nonostante le tensioni accumulate negli anni. La presenza a Roma dell’israeliano Ron Dermer, accanto all’inviato speciale americano Steve Witkoff, conferma quanto il dossier iraniano sia delicato per Washington e i suoi alleati. «Roma diventa capitale di pace», ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando il ruolo dell’Italia come piattaforma neutrale.

L’episodio che ha tenuto col fiato sospeso osservatori e diplomatici – l’improvvisa uscita della delegazione iraniana nel primo pomeriggio – si è rivelato un falso allarme. Fonti ufficiali di Teheran hanno spiegato che i negoziatori si erano semplicemente alzati per la preghiera del namaz, smentendo le voci di una rottura. Le rassicurazioni, però, non cancellano le difficoltà sul tavolo.

Il programma nucleare iraniano, che Israele considera una minaccia esistenziale, rappresenta solo una parte del puzzle. La Repubblica Islamica, con il suo network di alleati che va da Hezbollah agli Houthi yemeniti, è un attore chiave in un’area dove transita il 40% delle risorse energetiche globali. La caduta di Bashar al-Assad in Siria e le sconfitte dei gruppi vicini a Teheran hanno acuito le tensioni, spingendo Tel Aviv a valutare opzioni militari dirette contro gli impianti atomici.

«I colloqui sono stati positivi, stiamo progredendo», ha dichiarato un portavoce iraniano, precisando che mercoledì saranno i tecnici a lavorare sui dettagli, mentre sabato le delegazioni valuteranno gli avanzamenti. Ma l’ottimismo ufficiale nasconde divergenze profonde. L’Iran chiede un piano in tre fasi, che includa la rimozione delle sanzioni e garanzie sul suo ruolo regionale, mentre gli Usa puntano a limitarne l’influenza e a smantellare qualsiasi ambizione atomica.