«Quadro rubato e taroccato», chiusa l'inchiesta su Sgarbi

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Corriere del Ticino INTERNO

Il dipinto, sostiene l'accusa, «coincide per materiali, tecnica esecutiva e morfologia del degrado con i frammenti consegnati dal denunciante del furto». Il consulente ha ravvisato anche la «correlazione dello schema di assemblaggio delle pezze di tela su cui è stato realizzato il dipinto, con i frammenti sulla cornice, la perfetta sovrapponibilità dei bordi della tela con quelli ancora presenti sul telaio». (Corriere del Ticino)

Su altre fonti

Dagli elementi indiziari raccolti, infatti, è emerso che l’uomo, sia durante la convivenza, sia dopo l’interruzione della relazione sentimentale, ha più volte compiuto azioni violente, sia fisiche che psicologiche nei confronti della donna. (Frosinone News)

Sul fatto è stata aperta un’indagine della procura di Macerata che per Sgarbi ha ipotizzato i reati di riciclaggio, contraffazione a autoriciglaggio. Parla Pasquale Frongia, in arte Lino, 66 anni, amico di Sgarbi, pittore abile copista: «La torcia nell’origine non c’era, fu lui a chiedermi di aggiungerla», ha raccontato. (Corriere TV)

Secondo un articolo pubblicato oggi dal "Fatto quotidiano", la Procura della Repubblica di Macerata che conduce le indagini sulla provenienza del quadro titolato "La cattura di San Pietro" esposto in una mostra a Lucca curata dal noto critico d'arte ed ex sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, l'opera sarebbe la medesima sottratta al Castello di Buriasco e quindi non proveniente da una sua villa in provincia di Viterbo come da lui sostenuto. (L'Eco del Chisone)

Sgarbi, chiusa l'indagine sul quadro di Manetti: «Corrisponde a quello rubato». Il critico rischia fino a 12 anni: «Accuse infondate, fiducia nei giudici»

Leggi tutta la notizia (Virgilio)

Le indagini del Reparto operativo dei Carabinieri Tutela patrimonio culturale, coordinati dalla Procura di Macerata, sono scattate a seguito di alcune dichiarazioni rese dall’ex restauratore bresciano della famiglia Cavallini-Sgarbi, inizialmente raccolte nell’ambito di un altro fascicolo processuale, che hanno determinato l’apertura di un nuovo versante d’indagine riguardante l’opera raffigurante "La cattura di San Pietro", attribuita al pittore senese Rutilio Manetti, ricevuta e restaurata dal libero professionista tra il 2015 e il 2016 su incarico di Vittorio Sgarbi. (La Nuova Ferrara)

Vittorio Sgarbi rischia da 4 a 12 anni di carcere per riciclaggio, autoriciclaggio e contraffazione di opere d’arte. A darne notizia è Il Fatto Quotidiano, annunciando la chiusura dell'inchiesta della procura di Macerata e rivelando i dettagli emersi dalla perizia sul quadro di Rutilio Manetti «La cattura di San Pietro», che non lascerebbero spazio a dubbi. (Corriere Roma)