Salvini e Open Arms: "Niente di cui pentirmi o su cui patteggiare. A Genova rischio un processo per stalking..."

"Io non ho niente di cui pentirmi o su cui patteggiare perché non ritengo di essere un sequestratore o un delinquente, conto che verrò riconosciuto come un ministro che ha fatto il suo dovere". Il vicepremier, ministro e leader della Lega Matteo Salvini, a margine della visita al Salone Nautico di Genova, non molla di un centimetro sul processo Open Arms, per cui i magistrati di Palermo hanno chiesto per l'allora ministro degli Interni una condanna a 6 anni di carcere per sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio. (Liberoquotidiano.it)

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È stato emesso un alert per rischio sicurezza per il processo in corso per il caso Open Arms da parte del procuratore generale di Palermo, Lia Sava, che ha riferito l'allarme al Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica a fronte di innumerevoli lettere minatorie e messaggi social che sono giunti ai tre pm che hanno chiesto la condanna per Matteo Salvini (il Giornale)

Da anni, ormai, c’è uno scontro tra politica e magistratura (una delle eredità del periodo berlusconiano) e la destra ne ha fatto un suo mantra: le indagini della magistratura non sono più un atto dovuto, ma diventano un atto di ingerenza nei confronti della politica e spesso sono un mezzo in mano all’opposizione per poter “combattere” l’avversario politico. (L'HuffPost)

In una intervista a caldo dopo la richiesta di sei annidi carcere a Matteo Salvini per il presunto sequestro di migranti, cinque anni fa, sulla nave Open Arms e la solidarietà espressa all’imputato dalla premier Giorgia Meloni, del cui governo il leader leghista è vice presidente del Consiglio e ministro questa volta delle Infrastrutture, anziché dell’Interno come nell’esecutivo di allora, Giancarlo Caselli si è richiamato, in una intervista al Fatto Quotidiano, al compianto e sicuramente autorevolissimo Alessandro Galante Garrone. (Liberoquotidiano.it)