Joseph Aoun nuovo presidente del Libano, chi è il capo dell'esercito (amico di Israele e degli Usa). «Una nuova era»

Il Libano ha un presidente della Repubblica, dopo oltre due anni di vuoto istituzionale e mentre l’esercito israeliano occupa ancora parte del sud del Paese. Il 61enne generale Joseph Aoun, capo delle Forze armate libanesi, è stato eletto presidente nella carica che, secondo l’ordinamento libanese, spetta a un cristiano maronita. Elezione decisiva anche in termini di sicurezza nel Paese: Aoun, dal 2017 a capo delle forze armate, considerato filo americano, è sostenuto dalle forze occidentali e dai paesi arabi del Golfo ostili all’Iran. (ilmessaggero.it)

Su altri giornali

Di David Zebuloni (Mosaico-cem.it)

Alla seconda votazione del parlamento libanese per l’elezione del presidente della repubblica, si impone il nome di Joseph Aoun con 99 voti su 128, 11 più degli 86 necessari. (il manifesto)

L’elezione L’elezione da parte del Parlamento è giunta dopo 12 tentativi fallimentari e il nuovo capo dello Stato succederà così all’ex presidente Michel Aoun, con il quale non ha nessun rapporto di parentela nonostante l’omonimia, il cui mandato era terminato a ottobre del 2022. (LAPRESSE)

Medio Oriente, le notizie di oggi. Libano verso l’elezione del presidente: Joseph Aoun favorito

Dopo quasi due anni il Libano ha un nuovo presidente della Repubblica: si tratta del 60enne generale Joseph Aoun, comandante dell'esercito libanese. Con questa nomina si dovrebbe sbloccare la grave crisi politica, economico e finanziaria che da anni attanaglia il Paese dei Cedri. (Servizio Informazione Religiosa)

Allo stesso tempo l’arrivo alla presidenza libanese di un comandante militare sostenuto da Usa, Francia e Unione europea, applaudito subito e con calore da Israele, significa senza dubbio una battuta di arresto per Hezbollah. (il manifesto)

L'esercito israeliano ha ritrovato a Gaza i corpi dei rapiti Yosef e Hamza Alziadna, 53 e 22 anni, rapiti vivi il 7 ottobre. Finora si era dato per scontato che fossero vivi. Il dolore di Netanyahu: “Avremmo voluto riportarli a casa". (la Repubblica)