Giri in giostra al posto del pizzo: stroncato il clan catanese di “'U Pipi”

BIANCAVILLA (CATANIA) – Biglietti per giri gratis sulle giostre ai figli degli affiliati detenuti: era uno dei modi di pagare il pizzo a un clan di Biancavilla emerso dall’inchiesta “Ultimo atto” della Dda della Procura di Catania. I carabinieri hanno arrestato 13 indagati. Oltre cento militari sono stati impegnati nel capoluogo etneo e a L’Aquila. Please enable JavaScript play-sharp-fill 01:38 L’inchiesta ha preso spunto dalle indagini sul tentato omicidio di Davide Galati Massaro, commesso a colpi di kalashnikov da Riccardo Pelleriti al centro di Biancavilla il 9 settembre 2018 dopo una lite per un banale incidente stradale. (lasiciliaweb | Notizie di Sicilia)

La notizia riportata su altri giornali

Oltre cento militari dell’Arma hanno eseguito provvedimenti nelle province del capoluogo etneo e dell’Aquila. (Onda Tv)

L'operazione dei carabinieri ha portato all'arresto di 13 persone, accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione e associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. (Fanpage.it)

Per tutti è «‘u pipi» o «lo zio Pippo» e davanti a lui bisogna abbassare la cresta e mostrare una certa referenza dandogli addirittura del «vossia». Giuseppe Mancari, 75 anni, secondo i magistrati della procura di Catania, era tornato a reggere le fila del clan mafioso Toscano-Mazzaglia-Tomasello, articolazione pedemontana della famiglia etnea di Cosa nostra dei Santapaola-Ercolano. (MeridioNews - Edizione Sicilia)

Il clan gestiva estorsioni e spaccio. Sequestrate due società che operano nel settore del trasporto merci dal valore di 5 milioni di euro. (TGS)

CATANIA – L’ergastolano Giuseppe Mancari era da tempo in libertà, sarebbe lui il nuovo reggente delle principali famiglie che gravitano nel clan Ercolano Santapaola: il clan Toscano – Tomasello – Mazzaglia. (Livesicilia.it)

Le estorsioni erano a tappeto e alle richieste dei mafiosi non poteva sottrarsi nessuno. Secondo quanto riferito dai collaboratori di giustizia, vittime dell'estorsione sarebbero stati anche i giostrai, costretti a dare circa duemila biglietti per le attrazioni (la ruota o il tagadà), così che i figli dei detenuti avebbero potuto godersele gratis. (AGI - Agenzia Italia)