Romania, Georgescu escluso dalle elezioni: ricorso e proteste a Bucarest
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Calin Georgescu, il candidato populista di destra che aveva vinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania, annullato poi dalla Corte costituzionale per presunte ingerenze russe, è stato ufficialmente escluso dalla corsa elettorale. La decisione, presa dall’Ufficio centrale elettorale, ha scatenato una serie di reazioni a catena, tra ricorsi legali, proteste e scontri con le forze dell’ordine. Georgescu, 62 anni, è stato accusato di “creazione di organizzazioni fasciste e razziste”, un capo d’imputazione che ha portato al suo fermo da parte delle autorità, seguito da un interrogatorio in procura e dal successivo rilascio. Nonostante ciò, la sua esclusione dalle elezioni di maggio è stata confermata, alimentando tensioni già presenti nel panorama politico rumeno.
Ieri sera, a Bucarest, la tensione è esplosa in piazza, dove centinaia di sostenitori di Georgescu si sono radunati per protestare contro la decisione dell’Ufficio elettorale. Gli scontri con la polizia, che ha cercato di disperdere la folla, hanno portato all’arresto di sette persone e al ferimento di 13 agenti. Secondo fonti di polizia, alcuni manifestanti avrebbero reagito con violenza, lanciando oggetti e cercando di forzare i cordoni di sicurezza. Intanto, l’ufficio del procuratore ha avviato un’inchiesta dopo che un leader di partito, non ancora identificato, avrebbe incitato i dimostranti alla violenza durante la protesta.
Nonostante il clima incandescente, Georgescu ha scelto una linea diversa da quella che molti si aspettavano. In un messaggio video diffuso dopo gli scontri, ha esortato i suoi sostenitori a “mantenere la calma” e a non cedere alla rabbia, invitandoli ad attendere l’apertura delle urne per le nuove elezioni. Una mossa che ha sorpreso molti, soprattutto considerando il tono spesso acceso del suo linguaggio politico e le accuse di filo-russità che lo hanno accompagnato durante la campagna elettorale.
Proprio queste accuse, legate a presunte interferenze russe, sono state alla base dell’annullamento del primo turno elettorale, vinto da Georgescu. La Corte costituzionale rumena ha infatti stabilito che ci fossero prove sufficienti per ritenere che il processo democratico fosse stato compromesso da influenze esterne. Una decisione che, se da un lato ha trovato il sostegno di chi teme un’ingerenza straniera nella politica nazionale, dall’altro ha alimentato il malcontento tra i sostenitori del candidato populista, che vedono nell’esclusione di Georgescu un atto di censura politica.
Ora, il 62enne ha deciso di presentare ricorso alla Corte costituzionale, contestando la decisione dell’Ufficio elettorale centrale. La sua battaglia legale si svolgerà a Bucarest, dove si attende un verdetto che potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro politico della Romania. Intanto, l’Unione Europea ha preferito non esprimersi sulla vicenda, sottolineando che si tratta di una competenza esclusivamente nazionale. Una presa di distanza che, in un contesto già carico di tensioni, rischia di lasciare spazio a ulteriori polemiche e divisioni.