Tra gli sfollati di Beirut che dormono in strada: «Come faremo se stanotte piove?»

«Dormiremo ancora in strada questa notte, abbiamo chiesto aiuto ma sia le scuole che le moschee sono piene ormai». Aysha è rassegnata. Sua nipote Fatima mangia una merendina che le ha lasciato un passante. Corniche di Beirut. Il lungomare dello struscio e delle coppiette, una delle strade più chic del Medio Oriente è diventato l’ultimo luogo sicuro di chi è dovuto scappare da Sud. Aysha e Fatima stanno sedute su un materassino di gomma troppo sottile per riparare dall’umido e dal dolore. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri giornali

In un ribaltamento storico, migliaia di libanesi e siriani cercano oggi rifugio in una Siria instabile, segnando un drammatico cambio di direzione rispetto agli anni passati, quando erano i siriani a cercare scampo in Libano. (Inside Over)

“Oggi la mamma è morta”: con questa citazione da Camus si apre la striscia che il vignettista Kerbaj dedicava anni fa al suo rapporto con Beirut, madre sorella amante e molto di più. (Il Fatto Quotidiano)

«Le bombe israeliane sono arrivate anche sui villaggi cristiani del sud del Libano. Deir Mimas, a poche centinaia di metri dal confine, è svuotata. Anche noi abbiamo dovuto abbandonare il convento». (Tempi.it)

Per amarla occorre l’attrazione per quel tipo di essere che sopravvive: all’incidente in auto, allo tsunami, a un tentativo di suicidio. Che vive nelle tregue, ma non si riconosce allo specchio. Gli altri ricordano un tempo di splendore, ma lei sa che lo splendore è anticipazione della rovina, per cui meglio la rovina, anticipazione di un nuovo splendore. (la Repubblica)

La popolare suor Hind (chiamata Ennet a San Gimignano) è dell’ordine religioso di Santa Marta creato dal vescovo ligure Tommaso Regio. La voce di Suor Hind arriva tramite i suoi messaggi. (LA NAZIONE)

Oltre al numero di vittime già molto alto registrato nei primi giorni di offensiva, a testimoniare il disastro umanitario che rischia di innescarsi in Libano è anche il dato sugli sfollati: già 1 milione sono le persone che hanno abbandonato le proprie abitazioni, compresi 300mila bambini secondo l’Unicef. (Il Fatto Quotidiano)