Follia green: i costruttori europei di auto costretti a finanziare Tesla e i cinesi

Le principali case automobilistiche europee stanno dando vita a due gruppi strategici, uniti dall’obiettivo di aggirare le normative europee sulle emissioni di CO2. Una dimostrazione dell’assurdità delle regole. Si è, infatti, aperto il mercato dei “certificati verdi”. Si tratta dei crediti di carbonio venduti dai fabbricanti di auto elettriche ai concorrenti che fabbricano motori tradizionali (gli unici graditi al mercato) per ottenere l’indulgenza ambientale. (Panorama)

Su altre fonti

Multe salate che spaventano i grandi costruttori già alle prese con un periodo di stagnazione con le vendite che progressivamente si stanno riducendo in Europa. (Autoappassionati.it)

Il Comitato No Bretella Cisterna-Valmontone ed il Comitato No Corridoio Roma-Latina per la metropolitana leggera, in una nota congiunta esprimono i loro dubbi Comunicato Stampa (La Torre Oggi)

E se si tratta del dossier automotive, la vocazione autolesionistica di Bruxelles raggiunge vette epiche. Mille volte si è parlato dei danni che un limite temporale stringente sta provocando al settore e al suo indotto in termini di compressione dei volumi e dei posti di lavoro, ma qui siamo oltre. (Panorama)

Limiti emissioni 2025, nessun ripensamento da parte della Commissione Europea

L'accordo economico non è stato ovviamente comunicato ma c'è chi ha provato a fare due conti. Secondo gli analisti del Gruppo UBS, quest'anno Tesla potrebbe incassare più di 1 miliardo di euro dalle case automobilistiche rivali che hanno bisogno di aiuto per rispettare i più severi standard di inquinamento nell'Unione Europea. (HDmotori)

In virtù degli obblighi di riduzione delle emissioni stesse, come da programma. (missionline)

Da Frans Timmermans a Wopke Hoekstra, infatti, il commissario con delega alla Politica climatica ha ribadito l'intenzione di Bruxelles di respingere ogni qualsivoglia ipotesi di revisione delle normative europee e, quindi, mettere con le spalle al muro i costruttori che non si allineeranno ai limiti entrati in vigore nel 2025. (Virgilio)