"Siamo sconcertati: certi magistrati vogliono sostituirsi al nostro governo"
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Nella settimana in cui l'opposizione decide di cavalcare il caso Almasri, in una tempesta di veleni e di accuse, si apre un altro fronte di scontro. La Corte d'Appello di Roma fa scattare nuovamente il semaforo rosso sui trattenimenti dei migranti nei centri in Albania e decide di rinviare la questione alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. La sentenza scatena un fitto fuoco di dichiarazioni da parte dell'opposizione. (il Giornale)
Ne parlano anche altre testate
– La nave De Grazia della Guardia Costiera è partita alle 12.35 da Shengjin in Albania con a bordo i 43 migranti, per i quali la Corte d'Appello di Roma ha sospeso il giudizio di convalida dei trattenimenti rimettendo gli atti alla Corte di Giustizia dell'Unione Europa. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Il loro rientro è stato disposto dalla Corte d’Appello di Roma, che ha negato la convalida dei trattenimenti nel centro di Gjader. Dopo lo sbarco, i migranti sono stati trasferiti al Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (Cara) di Bari Palese. (Corriere TV)
I due esponenti di FdI hanno parlato di presa in giro perché, come hanno affermato in una nota, "tutti e 5 i giudici che ieri hanno firmato i provvedimenti della Corte di appello provengono dalla Sezione specializzata del Tribunale di Roma (Liberoquotidiano.it)
E' arrivata nel porto di Bari la motovedetta della guardia costiera con a bordo i 43 migranti richiedenti asilo per i quali non è stato convalidato il trattenimento nel centro di Gjader in Albania. I migranti, tutti uomini adulti di nazionalità bengalese ed egiziana, saranno trasferiti nel Cara di Bari Palese. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
"Il Protocollo Italia Albania è il modello da cui partire". Il #governo nonostante la posizione dei giudici tira dritto e rivela un retroscena su quanto accaduto in Consiglio #Ue (Liberoquotidiano.it)
Torneranno dunque tutti in Italia, già questa mattina, i 43 bengalesi ed egiziani trattenuti nel centro di permanenza di Shengjin, in Albania, che avevano fatto domanda di «protezione internazionale». Senza fare grande fatica, è stato sufficiente per loro dichiarare, durante l’udienza ieri mattina in videoconferenza, di essere stati vittime di aggressione per il proprio orientamento sessuale o di non meglio precisate minacce, entrambi impossibili ovviamente da verificare, per ottenere lo stop immediato al provvedimento di espulsione. (Liberoquotidiano.it)