Tajani contro Salvini sul mandato d’arresto per Netanyahu: “La linea la dettiamo io e Meloni”. Poi critica L’Aja: “Non si può equiparare un premier eletto a un capo terrorista”
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Governo Meloni sempre più spaccato dopo il mandato d’arresto della Corte penale internazionale nei confronti di Benjamin Netanyahu. Venerdì, a caldo, il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini aveva annunciato che non vede l’ora di invitare il premier israeliano in Italia dove sarà “il benvenuto”. L’altro vicepremier, il ministro degli Esteri e leader di FI Antonio Tajani, aveva preso tempo spiegando: “Valuteremo insieme ai nostri alleati cosa fare e come interpretare questa decisione e come comportarci insieme su questa vicenda”. (Il Fatto Quotidiano)
Ne parlano anche altri giornali
Matteo Salvini interviene sulla polemica internazionale che riguarda Netanyahu. Israele è sotto attacco da decenni, i cittadini israeliani vivono con l'incubodei missili e con i bunker sotto le case da decenni. (Corriere della Sera)
Nemmeno in Israele c’è chi guadagna: tutti i partiti non arabi si sono stretti attorno ai due politici del Likud (che peraltro fra loro sono nemici). (Liberoquotidiano.it)
Ci dice che esiste ancora un diritto internazionale; che c’è un giudice all’Aja; che all’esercizio sregolato della forza ci sono ancora limiti giuridici. (il manifesto)
Ora che la Corte penale internazionale ha emanato un mandato d'arresto per Benjamin Netanyahu, tra gli altri, i Paesi che aderiscono alla Cpi dovranno decidere come muoversi. L'esperta di diritto internazionale Micaela Frulli ha spiegato a Fanpage. (Fanpage.it)
L'intervista di Euronews alla vicepresidente della Commissione europea Věra Jourová dopo che Viktor Orbán ha annunciato che inviterà Benjamin Netanyahu nonostante il mandato di arresto della Corte penale internazionale PUBBLICITÀ (Euronews Italiano)
Roma, 22 nov. - "La posizione del governo è chiara, l'abbiamo espressa fin da ieri (giovedì, ndr), la linea è quella indicata anche oggi pomeriggio dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: tocca al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri dare la linea della nostra politica internazionale. (Il Sole 24 ORE)