Guida Michelin 2025, in Calabria 7 i ristoranti stellati: uno è a San Giovanni in Fiore

Advertisement CATANZARO – Salgono a sette i ristoranti stellati in Calabria. Uno in più rispetto allo scorso anno. Alla mezza dozzina di insegne che vedono confermate le loro posizioni rispetto alla precedente, nell’edizione 2025 della Guida Michelin, presentata qualche giorno fa a Modena nella cornice del teatro Pavarotti-Freni, si aggiunge la new entry ‘Abbruzzino Oltre’, di Lamezia Terme, nuova frontiera enogastronomica della famiglia guidata da Antonio Abbruzzino alla cui tolda c’è il figlio Luca, chef under 35. (Quotidiano online)

Se ne è parlato anche su altri media

– “La cucina di Modena is the best!”, esclama Massimo Bottura, mentre i ragazzi della sua brigata impiattano uno dei suoi piatti - simbolo, “La parte croccante della lasagna”, che viene servito agli ospiti del galà Michelin, nelle nuove sale del Palazzo dei Musei: su un pregiato ragù e una besciamella leggera si incastona una chips tricolore, che riporta alla mente la ghiottissima crostina che tutti abbiamo amato ‘grattare’ dalla teglia delle lasagne della nonna. (il Resto del Carlino)

Come Castelnuovo Berardenga ci sono in Italia Amalfi, Forte dei Marmi e Taormina: luoghi d’èlite per antonomasia che vantano, da comuni non capoluogo quali sono, ben 4 ristoranti stellati entro i propri confini. (Siena News)

Un traguardo importante, prestigioso e non scontato perché le stelle come arrivano, vanno. E le conferme sono sempre una vittoria. (corriereadriatico.it)

Cannavacciuolo? “Sorprende l’incontenibile passione della Michelin per lui”. Parla il critico Visintin: “Le stelle? Un atto di fede. La Guida? Più misteriosa di Nostradamus”. E sul fine dining, la ris

Classe 1989, nato e cresciuto nella Città Giardino, Manicone vanta già una carriera prestigiosa nel mondo dell'alta cucina. (VareseNoi.it)

Emozionato e commosso, il super chef di Villa Crespi ritira sul palco del Teatro Luciano Pavarotti di Modena il Mentor chef Award, il premio per i cuochi più grandi, quelli… (La Repubblica)

Un riferimento per il mondo della ristorazione che, tuttavia, viene accettato, secondo il critico, come puro “atto di fede”. Il motivo? I criteri non sono pubblici e spesso si premia un’idea di cucina “antiquata” e “insostenibile” come è appunto il fine dining. (MOW)