Putin, le estreme conseguenze
La decisione di Vladimir Putin di rivedere la dottrina nucleare rendendo più probabile l’uso di un ordigno atomico porta alle estreme conseguenze la strategia della paura contro la Nato e dimostra la volontà del presidente russo di sfidare a viso aperto il neoeletto Donald Trump sul terreno più rischioso in assoluto. La minaccia del ricorso all’atomica per indurre i Paesi occidentali a ridurre, … (la Repubblica)
Su altre testate
Il via libera statunitense sull'utilizzo da parte dell'Ucraina, contro la Russia, dei suoi missili a lungo raggio «potrebbe cambiare le carte intavola» secondo il capo della diplomazia di Kiev, Andrii Sybiga. (Corriere della Sera)
Che dovessimo finire l’anno parlando di minaccia nucleare per l’Europa e per il mondo era, ahimè, facile profezia già prima delle presidenziali Usa, quando a settembre l’annunciato invio di missili a lungo raggio chiesti da Zelensky veniva rimandato in attesa dei risultati del voto: Kamala Harris o Trump? La risposta c’è stata, ma quello che va in onda ora non è il paradosso della “pace trumpiana” – che al contrario non esiterà a rinfocolare conflitti per la primazia Usa, dal Medio Oriente all’Asia. (il manifesto)
Quali saranno queste risposte non è stato precisato, ma il portavoce Dmitry Peskov ha rimandato alle parole del presidente Vladimir Putin, che in settembre aveva preannunciato ritorsioni «sulla base delle minacce che verranno rivolte alla Russia». (La Stampa)
La reazione di Putin è stata immediata anche se i preparativi erano in corso da tempo: ha firmato un decreto sui “Fondamenti della politica statale nel campo della deterrenza nucleare”. Per la prima volta l’Ucraina colpisce all’interno del territorio della Federazione russa con gli Atacms forniti dagli americani. (ilmessaggero.it)
La crisi dell’ordine internazionale liberale guidato dagli Stati Uniti, dopo la sfida aperta revisionista lanciatagli da Russia e Cina, ha portato con sé, tra le conseguenze teoriche, una nuova idea sul concetto e sulla funzione dell’arma nucleare, la quale, con la guerra in Ucraina in corso, viene considerata da Mosca – che è la principale sostenitrice di detta teoria – come un’arma “reale” da poter utilizzare anche per raggiungere i propri obiettivi tattici direttamente sul campo di battaglia, il che è una novità assoluta rispetto ai tempi della Guerra fredda. (Difesa Online)
Al giro di boa dei primi mille giorni, la guerra in Ucraina fa un significativo balzo in avanti. Da un lato, quello ucraino, ci sono i primi missili americani Atacms lanciati in territorio russo, nella regione di Bryansk, dopo il via libera dell'amministrazione Biden all'utilizzo. (L'HuffPost)