Da Orio al Serio «spiava» Alex Britti. Indagato un ispettore della Polaria
Articolo Precedente
Articolo Successivo
C’era anche il cantante Alex Britti tra le (almeno) quattro persone finite illecitamente sotto la lente di un ispettore della polizia di Stato in servizio alla polizia di frontiera di Orio al Serio: il poliziotto, bergamasco, 59 anni, residente a Curno – è una delle 51 persone indagate nell’inchiesta della Procura di Milano sul «dossieraggio» nata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lombardo e che ha fatto emergere un presunto network di «spioni», guidati dall’ex super poliziotto Carmine Gallo (ora ai domiciliari), ritenuto il braccio operativo di Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera (ente estraneo all’indagine), che si è autosospeso. (L'Eco di Bergamo)
Se ne è parlato anche su altri media
– Nunzio Samuele Calamucci, l’hacker di punta di Equalize, legato al movimento Anonymus, arrestato nell’inchiesta della Dda di Milano, incontra a nome del gruppo di cyberspie, due israeliani dell’intelligence e, stando all’accusa della procura, avrebbe messo a loro disposizione i dati esfiltrabili dalle banche dati strategiche nazionali e si sarebbe reso disponibile alle attività d’intelligence richieste in cambio di un milione. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
È arrivato al settimo piano del Palazzo di Giustizia Carmine Gallo, 61 anni, chiamato "il dottore", per i pm uno dei capi della banda degli hacker. A partire dalle 9.30 il gip Fabrizio Filice ha interrogato i quattro componenti del gruppo finiti ai domiciliari e i due appartenenti alle forse di polizia sospesi dal servizio. (La Repubblica)
Adesso che il polverone sollevato lentamente si adagia sui quotidiani, i contorni della spy story milanese che emergono tra informative e ordinanze si fanno un po' più chiari. Che ci sia un suk di dati sensibili è pacifico: se indagini (ancora in corso) e processi ne confermassero la gravità, i comportamenti di uomini con o senza più la divisa sarebbero imperdonabili. (il Giornale)
Mentre il Senato accelera sulla proposta di una commissione monocamerale di inchiesta parlamentare sul dossieraggio, emergono altri inquietanti sviluppi sulla banda di Milano che spiava politici, aziende, sportivi e che poteva vantare su un archivio sterminato in cantina «grande quanto il Duomo». (Liberoquotidiano.it)
Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie C’era una cintura istituzionale ad assicurare protezione alla banda di cyber-spie individuata dall’inchiesta della procura di Milano (TV2000)
Iniziati oggi a Milano gli interrogatori di garanzia (LAPRESSE)