Caso Sala, quel trolley pieno di segreti sui droni che ha convinto gli Usa a sbloccare la trattativa
ROMA — La liberazione di Cecilia Sala non è stata determinata solo dalla promessa di scarcerare Mohammad Abedini Najafabadi, l’uomo dei droni iraniani fermato a Milano il 16 dicembre, 3 giorni prima della giornalista. C’entra il ruolo che l’Italia ora può giocare nello scacchiere mediorientale, grazie al rapporto diretto tra Giorgia Meloni e Donald Trump. E c’entra anche, forse soprattutto, il tr… (la Repubblica)
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L'immagine è quella dell'abbraccio con il compagno non appena scesa dall'aereo che l'ha riportata in Italia dall'Iran dopo tre settimane di prigionia nella carcere di Evin a Teheran. Solo il giorno precedente era cambiato il suo stato di detenzione, non più isolamento. (Vanity Fair Italia)
Tanti i dossier aperti su cui si concentreranno le domande dei giornalisti: dalle dimissioni della direttrice dei Servizi Belloni alla liberazione della giornalista Cecilia Sala, rilasciata ieri e tornata in Italia; dalle polemiche per il presunto accordo con Elon Musk per l'utilizzo della rete satellitare Starlink ai rischi per la sicurezza delle nostre telecomunicazioni; fino ai rapporti con Donald Trump, che si insedierà ufficialmente il prossimo 20 gennaio alla Casa Bianca. (Fanpage.it)
Stanotte non ho dormito per l’eccitazione, volevo sentire la musica, stare all’aria aperta. “Sono confusa, felicissima. (L'HuffPost)
"Non mi è stato spiegato perché io sia finita in una cella di isolamento nel carcere di Evin. (Sky Tg24 )
Chi la conosce, sa che Cecilia ha sempre scelto missioni rischiose all’estero, ma proprio per questo ha adoperato la professionalità, il rispetto delle regole e la prudenza necessari in questi scenari: tutto ciò rendeva il suo arresto e la detenzione in condizioni disumane ancora più ingiusti, mentre di ora in ora aumentava l’incertezza sulle prospettive di rivederla presto libera. (La Stampa)
Cecilia Sala al suo arrivo a Ciampino (foto Ansa / Sir) «Siamo felici per il ritorno di Cecilia Sala. Apprezzo profondamente il lavoro di questa donna, che si assume il rischio di raccontare ciò di cui è testimone, pur di incontrare e condividere ciò che vede». (Diocesi di MIlano)