Unifil è stata un fallimento

A cosa serve l’Unifil? Non sta a Israele giudicarlo. Tanto meno dare istruzioni, intimare il ritiro, sparare addosso ai caschi blu che fanno il loro dovere. Ma la domanda è legittima. La presenza della forza di pace dell’Onu nel Sud del Libano non ha impedito a Hezbollah di piantarvi radici e, da molti anni, farne base per lanci di razzi contro Israele, né ferma le truppe israeliane che varcano i… (La Stampa)

Ne parlano anche altri media

“Noi restiamo, perché è importante che ci sia una presenza internazionale imparziale sul terreno. Siamo stati anche attaccati nei giorni passati dall’esercito israeliano in alcune posizioni e questa sicuramente è una seria violazione del diritto internazionale. (Il Fatto Quotidiano)

La comunità internazionale, con diversi acce… Lo ha fatto ieri il primo ministro Benjamin Netanyahu, lo fa oggi il ministro Eli Cohen secondo cui i caschi blu "non garantiscono l'applicazione delle risoluzioni Onu" e oltretutto fungono da "scudo per Hezbollah". (L'HuffPost)

L’Unione europea esprime «grave preoccupazione per la recente escalation lungo la Linea Blu, condanna tutti gli attacchi contro le missioni Onu ed esprime particolare preoccupazione per gli attacchi delle forze di difesa israeliane (Idf) contro le forze Unifil, che hanno causato il ferimento di diversi peacekeepers». (Open)

Unifil, il portavoce Tenenti: “Non abbiamo alcuna intenzione di ritirarci. Non esiste una soluzione militare al conflitto ma solo diplomatica”

Il ministro Crosetto ha chiamato più volte l’omologo israeliano Gallant, di cui è amico personale. Del resto il nostro è stato sin dall’inizio uno dei Paesi più severi con Israele, dopo le prime aggressioni. (Il Dubbio)

Il buio della notte è illuminato dai lampi rossi delle esplosioni, oltre le colline, verso il campo di battaglia fra Hezbollah e israeliani. Salman Hareb è la voce del Partito di Dio filo iraniano nel sud del Libano (responsabile rapporti con i media), tra i pochissimi che si espone parlando senza peli sulla lingua. (il Giornale)

Di Roberto Cetera Il duro discorso con cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, al termine della festività di Yom Kippur, si è riferito alla funzione svolta dal contingente internazionale dell’Unifil al confine tra Israele e Libano, toglie ogni dubbio circa l’intenzionalità o meno degli attacchi che l’esercito israeliano ha ripetutamente compiuto negli ultimi giorni contro le postazioni dei militari delle Nazioni Unite. (Vatican News - Italiano)